Coronavirus, chiusura fino al 3 maggio. Conte: «Poi ripartiremo»

Le misure restrittive adottate dal Governo saranno prorogate fino al 3 maggio. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso della sua diretta social. «L’auspicio – ha spiegato – è ripartire con cautela dopo il 3 maggio. Ma dobbiamo continuare a rispettare le regole anche in questi giorni di festa e mantenere le distanze sociali».

«La proroga – ha ribadito Conte – vale anche per le attività produttive. Continuiamo a mettere la tutela della salute al primo posto. Teniamo conto, però, anche della tenuta del nostro tessuto socio economico. La nostra determinazione è allentare il prima possibile le misure per tutte le attività produttive. Non siamo ancora nella condizione di poter ripartire a pieno regime. Quello che posso promettere che se anche prima del 3 maggio si verificassero le condizioni, cercheremo di provvedere di conseguenza».

Conte annuncia anche qualche piccola variazione nelle attività produttive: «Dal 14 aprile riapriamo cartolerie, librerie e attività per neonati. Anche la silvicoltura e quelle forestali».

Per il premier «il lavoro per la fase 2 è già partito. Non possiamo aspettare che il virus scompaia completamente dal nostro territorio. Superata la fase acuta, dovendo convivere con il virus, abbiamo approntato due pilastri: un gruppo di lavoro con esperti e un protocollo di sicurezza sul lavoro. Il gruppo conterrà varie professionalità che dialogheranno con il comitato tecnico scientifico in modo da avere la possibilità di modificare le logiche del lavoro e ripensare modelli radicati di vita economica e sociale. Occorrerà tenere conto pure della qualità della vita. Il gruppo di esperti sarà presieduto da Vittorio Colao. Abbiamo già siglato il protocollo per la sicurezza, lo abbiamo già firmato a metà marzo con le parti sociali. I nostri esperti lo stanno integrando e consentirà una ripresa in sicurezza». Il premier si rivolge agli imprenditori: «Occorre approfittare per sanificare i luoghi di lavoro e approntare tutte le misure per i lavoratori. Dipenderà anche dai datori di lavoro se il sistema produttivo potrà ripartire in maniera sicura. Dobbiamo tenere sotto controllo l’indice di contagio. Non possiamo permetterci una nuova esplosione di una curva del contagio. Dobbiamo ripensare alcune logiche dei trasporti e della logistica. Dobbiamo evitare di creare assembramento e affollamento».

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