Coronavirus, la pandemia vista dai reggini che vivono in Ungheria

In Ungheria ci sono dei parametri come i livelli di sicurezza, la presenza di grandi fabbriche, le multinazionali e aziende, che danno lavoro a moltissimi giovani pure provenienti da altre nazioni e infine il turismo, diventato tra i punti di forza dello stato magiaro, ha ottenuto riconoscimenti che la collocano tra i primi paesi in Europa.    

La nazione è multietnica ed ospita tanti italiani, pure provenienti dalla Calabria e dalla Città Metropolitana. In Ungheria si è regolamentato un orario esclusivo per gli anziani che va dalle ore 9 alle ore 12, in questo modo gli ingressi in negozi o farmacie avvengono senza code e la loro salute nei luoghi al chiuso è più curata. Il cittadino non è obbligato a stare in casa, potrà fare la spesa durante il resto della giornata, la misura obbligatoria non appare un’esigenza, è dimostrato che di un suggerimento, ne hanno saputo fare una misura da attuare, per il bene comune.

Iniziando dalla capitale, la ristrutturazione di un ospedale non più funzionante, permetterà di avere un centro dedicato alla sola Pandemia – la zona fieristica Hungexpo ha offerto due padiglioni di circa 9.000 mq in caso di necessità – a Kiskunkalas ha fatto costruire in un mese, un ospedale all’avanguardia, con 150 posti letto solo per la terapia intensiva – nella città di Gyor ha trasformato il dormitorio universitario in una casa per la quarantena per 1000 persone – il dipartimento infettivo di Petz Aladar è stato ampliato – nella città di Szekesfehervar ha creato in un padiglione con ben 800 posti, in un ospedale già esistente. Tutto questo lascia ben sperare e presenta un paese che si sta attrezzando al meglio e ancor prima che la Pandemia possa prendere il sopravvento.

Eugenio Spagnolo è nato in Sicilia, ma il nonno era di Reggio Calabria, ha sposato una donna ungherese e vive da 13 anni a Budapest, di mestiere fa lo Chef, in questo paese l’arte culinaria italiana è molto apprezzata. Pur avendo avuto all’inizio delle difficoltà legate alla lingua, si è saputo inserire in un grande contesto lavorativo, d’altronde nel corso degli anni ha visto crescere notevolmente l’economia e la realizzazione di numerosissimi ristoranti d’eccellenza. I vecchi bus di linea venivano sostituiti con altri moderni, le linee metro potenziate e rinnovate e si sono presentate tantissime possibilità di investimento, sia immobiliare che imprenditoriale, di sicuro interesse, agevolate da una burocrazia snella e con agevolazioni per i nuovi imprenditori.

«Questo paese mi ha offerto molte possibilità lavorative appaganti, che mi hanno permesso di crescere e mettere in evidenza le mie qualità, nei più rinomati ristoranti italiani. Sono stato lo chef e direttore nel lancio e gestione di una catena di ristoranti “Rocco’s World Caffe” del noto Rocco Siffredi, dove oltre ai piatti tipici italiani, amavo servire delle pietanze e dolci calabresi, in bella vista in una vetrina del ristorante, spiccava un poster dello stretto di Messina, per il mio legame con la città di Reggio Calabria. Purtroppo l’effetto Covid19 si è fatto sentire pure qui, anche se fino adesso i casi conclamati sono pochi, lo Stato ha subito attivato i protocolli per contenere i contagi, la città è per lo più deserta con degli attenti controlli di polizia ed i parchi pubblici sono stati chiusi. Lo stato ha pure predisposto un piccolo contributo per chi risulta registrato nel mondo del lavoro. Il virus però ci sta regalando delle intere giornate con la famiglia e stiamo riscoprendo momenti e valori che si erano persi, anche se adesso tutti speriamo di poter riprendere la nostra normale vita e, magari riflettendo su quanto vissuto, cercheremo di avere meno frenesia e aiutare i più bisognosi, anche se nel paese si fa da sempre».     

Giovanni è nato a Reggio Calabria, la moglie è ungherese, ha deciso di vivere la sua pensione, con la propria famiglia, a Budapest. I propri figli, frequentano una scuola italo-ungherese sino al pomeriggio, con attività sportive e didattiche che la stessa scuola offre. «C’è molta attenzione verso le famiglie e tante agevolazioni pure per gli anziani, musei, parchi giochi per i bambini, terme e grandi aree con centri commerciali di ogni genere completano il tutto. La città gode di un eccellente servizio di trasporti che la macchina per gli spostamenti è superflua, basta controllare l’orario su una applicazione e scegliere come, dove e quando spostarsi. Finanche il medico o pediatra della famiglia effettua un servizio on line, basta descrive al telefono la problematica e se non complicata, il medico prescrive la cura ed invia la certificazione alla farmacia scelta. In città ho incontrato molti italiani che hanno attività o che lavorano nella ristorazione, in ditte e multinazionali, i prezzi contenuti per gli affitti casa ed il costo della vita, favoriscono la permanenza. Il Governo, con la nascita del terzo figlio, dona a fondo perduto una cospicua somma di denaro a sostegno del nucleo familiare. In questo periodo difficile le famiglie restano in casa, pur senza obblighi, le scuole sono chiuse ed i bambini seguono le lezioni attraverso il pc. La giornata trascorre con giochi di società, lettura di libri, film e programmi per bambini in tv in entrambi le lingue. La speranza è che un giorno ci si svegli con la notizia di un vaccino per il Covid19, che potrebbe ridare serenità alle persone, ma il cuore è ovviamente altrove, parenti ed amici che vivono sparsi per l’Italia, l’aspettativa resta quella di poter tornare a riabbracciarli presto. Il nostro pensiero è pure rivolto verso tutti quei medici, infermieri, forze dell’ordine e lavoratori che anche nella Pandemia stanno continuando il loro silenzioso operato per garantire alla gente cure e sicurezza».  

 Daniele M. è un giovane di Reggio Calabria che vive stabilmente in Ungheria da quasi 10 anni. «Qui sono cresciuto dal punto di vista professionale, Budapest mi ha offerto molteplici possibilità lavorative. Ho trovato da subito un lavoro per sostenermi autonomamente e, dopo diverse esperienze occupazionali, ho trovato il lavoro più adatto alle mie competenze. Ho intrapreso un lungo percorso nel mondo della ristorazione nelle vesti di direttore di alcuni dei ristoranti più rinomati della capitale magiara, creando punti di incontro per gli italiani e per tutti gli amanti dell’enogastronomia, contribuendo a valorizzare e a far conoscere i prodotti e le pietanze più ricercate della nostra tradizione».

Con la caparbietà che contraddistingue un calabrese, con il crollo del settore della ristorazione, per qualche mese è andato avanti con non poca difficoltà, lavorando come consulente esterno per la progettazione di nuovi brand e soggetti commerciali e come sales manager per l’ importazione e la vendita di vini italiani, ma, con l’avvento del coronavirus, ha dovuto invertire nuovamente rotta e trovare una collocazione come supporto tecnico per una nota multinazionale. «Adesso, nel modo più dignitoso è arrivato il momento di fare un passo indietro e rimboccarsi le maniche. Come ho sempre fatto, darò tutto me stesso, in attesa che l’emergenza finisca, successivamente valuterò la strada più giusta da intraprendere. La città di Budapest mi ha già regalato tanti momenti felici e non mi deluderà nemmeno questa volta, anche se non nascondo lo sconforto per quanto sta accadendo nel mondo, le tantissime vite spezzate, il crollo dell’economia, e le centinaia di migliaia di persone che sono rimaste senza lavoro, ma in questo momento la cosa più importante è rialzarsi e lottare. Il mio pensiero è ovviamente rivolto ai miei parenti, agli amici e alla terra che ho lasciato solo fisicamente. Con la mente, tutti i giorni ripercorro le strade della mia città che mi hanno visto crescere, l’amore dei mie familiari, i momenti di svago passati con i miei amici ed il sole ed il mare che al mio ritorno mi sapranno coccolare».   

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