Ventisei anni senza la voce incantatrice di Mia Martini

Ventisei anni senza la voce incantatrice e grande interprete della canzone italiana Mia Martini. Era il 12 maggio quando la cantautrice, originaria di Bagnara Calabra, morì improvvisamente a 47 anni, sola nella sua casa di Cardano al Campo.

La carriera folgorante

Il suo primo disco nel 1962, col nome di Mimì Bertè, è “I miei baci non li puoi scordar”, ma il successo arriva solo 10 anni dopo, con “Piccolo uomo” frutto di una collaborazione con Bruno Lauzi, con cui vince il Festivalbar. La consacrazione arriva con “Minuetto”, scritta per lei da Franco Califano. La prima volta a Sanremo è nel 1982  con “E non finisce mica il cielo” di Ivano Fossati. Ma il botto nella città dei fiori lo fa  nel 1989 con l’indimenticata Almeno tu nell’universo”.  Va meno bene l’anno dopo, quando la Martini torna a Sanremo con “La nevicata del ’56”. Ancora nel 1991 con “Uomini” e nel 1993 in coppia con la sorella Loredana Bertè. L’ultima grande interpretazione a fine 1993, con Roberto Murolo in dialetto napoletano “Cu me” di Enzo Gragnaniello.

La fama di iettatrice

Sfortunate coincidenze, la fama (nel senso letto dall’Eneide del termine), le malelingue e coì Mimì finisce per essere additata come “iettatrice”. Nessuno la vuole accanto. Incassa i colpi Mimì, soffre fortemente la depressione, il manto nero della superstizione spinge per rompere gli anelli della sua fragilità.

Le ipotesi sulla morte

Qualche settimana prima, in un’intervista, Mimì aveva raccontato ancora una volta della sua voglia di normalità, della vita che anelava lontano dalle luci della ribalta, un pensiero che era noto, anche quando proprio quelle luci erano state accese sul suo viso. Viene trovata dal suo agente preoccupato che era riuscito a farsi aprire le porte di casa. Sul letto, con il walkman alle orecchie, in pigiama, con un braccio proteso verso il telefono. In un ultimo, disperato tentativo, forse di chiedere aiuto. Si è parlato di droghe, di medicine, di suicidio. Una verità che non verrà mai a galla. Mentre resta il rammarico della sorella Loredana alla quale Mimì, tempo prima, aveva regalato uno dei primi prototipi di cellulare, per sentirla più spesso. E in quei giorni il telefono di Loredana era squillato, ma lei non aveva risposto. Come anche quella sera. Un dubbio, quello di non aver risposto ad una richiesta d’aiuto, che seguirà sempre sua sorella.

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