Tari, Reggio Calabria è la Città metropolitana con la tariffa più alta

Secondo quanto emerso dallo studio annuale del Servizio territoriale della Uil, Reggio Calabria, con una media di 461 euro annui, si piazza al quinto posto nella classifica della tassa dei rifiuti più alta d’Italia. Nel 2020, per la Tari più costosa, hanno fatto “peggio” Trapani con 494 euro medi l’anno a famiglia, seguita da Crotone (476 euro), Benevento (472 euro) e Agrigento (470 euro). Subito dietro Reggio Calabria, ci sono Cagliari (458 euro), Salerno e Asti (455 euro), Messina (450 euro) e Napoli (442 euro).

La top ten delle città meno costose registra invece, Potenza con 133 euro l’anno a famiglia, Novara (164 euro), Belluno (170 euro), Macerata (179 euro), Brescia (184 euro), Vercelli (183 euro), Ascoli Piceno (186 euro), Pordenone (188 euro), Vibo Valentia (190 euro) e Fermo (191 euro). Per quanto riguarda le sole Città metropolitane, la tassa sui rifiuti, con i suoi 461 euro all’anno per famiglia, vede Reggio Calabria al primo posto, seguita da Cagliari (458 euro), Messina (450 euro), Napoli (442 euro), Catania (403 euro), Genova (371 euro), Bari (355 euro), Milano (336 euro), Torino (329 euro), Roma (322 euro), Venezia (304 euro), Palermo (282 euro), Firenze (249 euro) e Bologna (228).

Nel 2020 la Tari è aumentata in 30 città (3 su 10), tra cui: Roma, Torino, Cagliari, Genova e Firenze, mentre è rimasta stabile in 62 città, tra cui Reggio Calabria, Bologna, L’Aquila, Napoli e Palermo. Le tasse sui rifiuti sono invece diminuite in 13 città, tra cui: Milano, Bari, Venezia e Nuoro. Nelle città metropolitane invece, la Tari è aumentata a Firenze del 6,1%; a Genova del 5,7%; a Messina e Roma del 2,9%; a Cagliari del 2,6% e a Torino dello 0,8%, mentre è diminuita dello 0,6% a Milano, del 6,5% a Bari e dell’11,3% a Venezia.

Nel complesso, nell’anno dell’emergenza da Covid-19, la stragrande maggioranza delle città ha scelto di diminuire o lasciare invariate le aliquote della Tari. «Rimane il dato – ha commentato Ivana Veronese, segretaria confederale della Uil  – che conferma il peso sul bilancio delle famiglie, soprattutto nel Mezzogiorno, di una tassa che spesso non corrisponde ad un servizio efficiente ed efficace. In ragione di quanto detto, per la Uil occorre puntare ad una politica di investimenti nel ciclo integrato dei rifiuti, soprattutto nel Mezzogiorno, utilizzando anche le risorse della Next generation UE. Chiediamo quindi, al Governo di intervenire sulla norma istitutiva della Tari risolvendo, una volta per tutte, il nodo dei crediti insoluti che ad oggi pesano sul costo complessivo del servizio e, conseguentemente, sulle tasche dei cittadini».

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