venerdì,Aprile 26 2024

Reggio Calabria, ritorno a scuola in chiaroscuro per gli studenti di elementari e medie

Ma non per tutti i genitori quella tornare sui banchi è stata una giusta decisione. Sono due mamme a raccontare lo loro infelice esperienza

Reggio Calabria, ritorno a scuola in chiaroscuro per gli studenti di elementari e medie

La Calabria da domenica è zona arancione e di conseguenza si torna a scuola. Sono tornati in classe stamattina anche a Reggio Calabria gli studenti delle scuole elementari e medie dopo la chiusura di qualche settimana per l’emergenza coronavirus. Felici di tornare insieme ai compagni, gli studenti, abbandonata la didattica a distanza, ritrovano anche gli insegnanti in presenza. Un respiro di sollievo per una parte dei genitori, soprattutto per quelli lavoratori.

«È un ritorno a veramente desiderato perché bambini hanno bisogno di vivere assieme – racconta una mamma- certo senza mai abbassare la guardia e con la massima cautela perché è importante non sottovalutare in alcun caso questa problematica che stiamo vivendo». E per la sostituta della scuola, la dad, non è andato tutto liscio: «Ho due figli, quella in terza media riesce a gestirsi da sola; il piccolino invece è più vivace, chiacchierano». un papà spiega «Non è la solita scuola, quella a cui eravamo abituati. Il ritorno non so se è la scelta ottimale: ci sono delle cose positive e cose negative, forse era un momento ancora un po’ prematuro. In ogni caso i bambini hanno bisogno di avere dei contatti coi compagni, con gli insegnanti».

Ma non per tutti i genitori quella tornare sui banchi è stata una giusta decisione. Sono due mamme a raccontare lo loro infelice esperienza, proprio in classe, dove, con tutti gli accorgimenti i bambini dovrebbero essere al sicuro, ma le cose non sono andate proprio così. Escono proprio oggi dalla quarantena, e i bambini in aula non avrebbero voluto riportarli. «Abbiamo avuto esperienze bruttissime. Mio figlio è stato contagiato in classe. Le scuole non sono sicure a dispetto di ciò che si dice.  Sono veicoli di infezioni e i bambini poi portano tutto a casa e abbiamo degli anziani da salvaguardare, e non siamo tutelati da nessuno».

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