Legge Zan al centro del dibattito dell’VIII Commissione pari opportunità

Sulla legge Zan sono stati ascoltati oggi dall’VIII Commissione pari opportunità,  pace, diritti umani, relazioni internazionali e immigrazione del comune di Reggio Calabria, altri rappresentanti delle associazioni del territorio. «Ribadisco- afferma la presidente Lucia Anita Nucera-è che la Commissione è aperta ad ogni tematica che sarà proposta dai consiglieri e darà spazio a tutti. La discussione sul disegno di legge Zan non è stata una programmazione frettolosa come qualcuno ha insinuato, ma è stata calendarizzata dopo la risoluzione proposta dal consigliere Pazzano».

Un confronto che proseguirà il prossimo mercoledì perché ci saranno altri interventi di associazioni poiché le  richieste sono state tante. L’obiettivo resta quello di un confronto sul tema.

Subito dopo,  l’avv. Giovanna Cusumano ha affermato che si tratta di una legge che ha bisogno di essere chiara in quanto lascia libertà di interpretazione ai magistrati. In particolare, pur stigmatizzando certi comportamenti contro gli omosessuali,  sul concetto di identità di genere,  ha specificato che la Costituzione tutela già i diritti e si è detta perplessa perché  questo è un concetto in contraddizione con la stessa. Infine, ha ribadito che è necessario fare un percorso di cultura non di discriminazione.

L’assessore alle politiche sociali Demetrio Delfino afferma: «Ringrazio Lucia per la grande sensibilità e per aver aperto il dibattito sul tema. L’ amministrazione non può intervenire sulla legiferazione della legge stessa, sono d’accordo che si debba fare qualche modifica ma non spetta a noi. È vero anche che nella nostra città si sono verificati episodi vergognosi che restano impuniti se non c’è una normativa che intervenga in questo senso».

La  consigliera di  parità della Città Metropolitana Paola Carbone nel suo intervento dichiara: «Mi occupo di discriminazione nel mondo del lavoro e di violenze di genere. Sono a  sostegno del ddl Zan. Da avvocato escludo che il disegno di legge rimetta il reato di opinione alla discrezionalità dei giudici, ma si limita a sanzionare l’istigazione per atti che determinano condotte delittuose. Non viene punita la semplice opinione liberamente espressa. Inoltre, nelle scuole sono previsti percorsi di sensibilizzazione contro la discriminazione e la giornata nazionale sull’omofobia esisteva già il 17 maggio”.

Il consigliere comunale Saverio Pazzano, depositario della risoluzione sul ddl Zan ha ribadito che si tratta di un’occasione di riflessione: «Non esistono vari tipi di persone-afferma- ma esistono persone che la legge tutela. C’è il pieno rispetto del pensiero di ciascuno. L’intento è di aprire una riflessione nel senso della tutela della persona”.   Il consigliere comunale Massimo Ripepi evidenzia: «Ringrazio la presidente per l’ottimo lavoro e per aver consentito che ci fossero espressioni chiare sul tema. Questo disegno è pericolosissimo e dannoso per la libertà di espressione e di opinione. Creerebbe problemi anche riguardano il reato di opinione.  Presenterò una mozione perché è giusto che questo tema venga trattato in maniera ampia anche in consiglio comunale”. Le diverse associazioni collegate on line sono intervenute attraverso i loro rappresentanti.

Associazione “Giovani in azione“, Domenico Catalano: «Questo testo di legge risponde all’esigenza di soddisfare un’area politica».

Associazione “Alleanza“, Bruno Astudillo: «Non ci sono categorie ma ci sono minoranze che vanno tutelate.  Considero inutile questa legge».

Associazione “Benessere salute“, Domenico Pirrello: «La nostra associazione è basata sui valori cristiani. Il ddl avrà conseguenze nefaste sulla libertà di pensiero e di opinione. La giurisprudenza tutela già la dignità e i diritti  delle persone».

Associazione per il dialogo interreligioso, Carmen Manti: «Bisogna parlare di quando sarà approvato il testo. Le religioni sono sempre state vicine alle situazioni di debolezza, assenza di discriminazione e tutela. Bisogna presentare ai bambini in occasione della Giornata nazionale contro l’omofobia, quello che è il diritto di natura e il massimo rispetto anche per gli orientamenti personali”.

Associazione “Unipace“, Letizia Romeo: «Collaboriamo con istituzioni scolastiche del territorio secondo la nostra radice cristiana. Esprimo dissenso verso la legge. Ci siamo occupati di combattere situazioni di questo genere e abbiamo coinvolto le scuole in diversi progetti. Il pensiero deve essere libero. L’ Italia è un Paese sicuro non c’è un’emergenza sociale su questo tema”.

Associazione “Insieme per l’integrazione“, Patrizia D’Agui’: «Ci occupiamo di soggetti che vivono in situazioni di emarginazione e ci basiamo sui principi cristiani. La legge è inutile per come è proposta. La nostra costituzione all’art. 3 garantisce già la parità di tutti, quindi anche degli omosessuali. Sono a favore della famiglia naturale. Il termine disabilità è stato inserito solo per fare leva per questa categoria di persone per fini politici”.

Associazione “Popolo della famiglia“, il segretario provinciale Vincenzo Chiaramonte e il coordinatore cittadino Gianni Donato: «Siamo contrari al ddl Zan. Che si punisca chi mette in essere condotte omofobe è giusto, ma il codice penale già punisce chi aggredisce una persona omosessuale o no. Sono a favore della famiglia naturale. Si possono inasprire le pene non il disegno. Come cristiani non siamo contro gli omosessuali o le lesbiche, per noi sono fratelli e sorelle, ma siamo contrari a questo disegno di legge che  avrebbe conseguenze dannose».

Chiesa “Gesù Cristo è il Signore“,  Demetrio Amodeo: «Non bisogna  discriminare alcune persone nel rispetto della dignità umana, però la Costituzione sancisce già che siamo tutti uguali senza distinzione di razza e di sesso».

Chiesa cristiana di Catona, Roberto Ripepi: «Questo dibattito è un momento democratico. Si è introdotta la disabilità in modo pretestuoso e offensivo con un ulteriore scandalo nell’ iter legislativo della legge. Da cristiani siamo contro questo disegno di legge».

Associazione “ProVita e Famiglia”, Giorgio Arconte: «Siamo un’associazione apartitica. Siamo contro il disegno perché va riscritto, è contraddittorio e presenta diverse criticità. C’è troppo fervore ideologico su questo testo».

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