La costituenda sezione Anpi in prima linea per il riconoscimento dello stato palestinese

Interverranno l’attore, cantante, musicista e scrittore Moni Ovadia e il giornalista Bassam Saleh, in occasione di “Riconoscere lo Stato palestinese – La sua urgenza, le sue ragioni”, evento organizzato dalla costituenda sezione Anpi “Ruggero Condò” per lunedì, alle 17.30 in modalità mista, in presenza, nella sede della costituenda in via Pio XI 94 e online, sulla propria pagina Facebook.

L’iniziativa, che verrà introdotta e coordinata da Maria Lucia Parisi e che, oltre a quella dell’artista ebreo e del cronista palestinese, vedrà anche la partecipazione del referente BDS Reggio Danilo Nocera, viene spiegata dalla stessa fiduciaria della costituenda sezione “Ruggero Condò”. «L’eco dei drammatici bombardamenti israeliani su Gaza – spiega la Parisi – non si ode più ed è per questo che vogliamo dare il nostro umile contributo nel tenere viva l’attenzione sul Medio Oriente. Non solo ci siamo associati a “Riconoscere lo Stato di Palestina per disinnescare odio e violenze”, il documento firmato dall’Anpi nazionale insieme a numerose realtà sociali e culturali italiane, ma abbiamo messo in campo questo evento per un confronto tra storia, attualità e prospettive, con lo spirito di sostenere vecchie e nuove resistenze.

Quella palestinese è vecchia e nuova allo stesso tempo perché si trascina irrisolta da decenni. Condannare la violenza e dire “due stati per due popoli” non basta – continua – bisogna riconoscere lo Stato di Palestina per disinnescare odio, morte e violenza. Quest’ultima che abbiamo registrato è l’ennesima ondata che si ripete da quasi un secolo, seguita da condanne prima e da silenzi in attesa della prossima esplosione poi – prosegue la fiduciaria – nel nostro piccolo vogliamo rompere questi silenzi e, grazie ai nostri importanti ospiti, dire che un popolo, quello israeliano, ha ottenuto il diritto di vivere in un proprio stato sovrano ed indipendente, mentre un altro, quello palestinese, non ce l’ha e vive sotto occupazione, governato da un’autorità con poteri limitati e dipendente dalla forza occupante, in condizioni di quotidiane vessazioni, umiliazioni, discriminazioni, restrizioni delle libertà, demolizioni ed espropri».

La Parisi ha sottolineato che «tra passato, presente e futuro, fra storia, politica e altri ambiti, nel corso della nostra iniziativa faremo precisi e profondi riferimenti, ribadiremo che la spirale di odio, morte e violenza si può fermare solamente con l’applicazione di quel “due popoli due stati”, la cui mancata realizzazione, calpestando così numerose risoluzioni, accordi come quello di Oslo e il diritto internazionale in generale, in entrambe le parti ha aperto la strada alle spinte più reazionarie e fanatiche, al restringimento degli spazi democratici e alla militarizzazione della società, svilendo la speranza della pace e le aspirazioni di autodeterminazione del popolo palestinese. Una speranza e delle aspirazioni che, nel nostro piccolo, vogliamo rilanciare con forza».

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