Sgombero coatto ex polveriera, l’Osservatorio: «Il Comune nega il diritto alla casa»

L’Osservatorio sul disagio abitativo torna a commentare quello che è successo lo scorso 15 luglio, momento in cui sono state liberate le baracche dell’Ex polveriera facenti parte del demanio militare. «Con lo sgombero coatto presso l’ex Polveriera del 15 luglio scorso il comune di Reggio Calabria ha negato il diritto alla casa alla signora Giovanna di 81 anni che ha gravi problemi motori, costringendola ad abitare al terzo piano senza ascensore dell’alloggio assegnato al figlio». La signora per accedere all’alloggio deve essere trasportata di peso lungo le scale. Il giorno dello sgombero Giovanna è rimasta dentro la  sua abitazione dell’ex Polveriera dalle 8  fino alle 20.30: ha voluto assistere sulla sua sedia a rotelle  allo “smontaggio” di tutti gli oggetti di casa che rappresentano la sua vita e che sono stati trasportati in depositi di fortuna e purtroppo non rimontati nella casa di cui lei attendeva l’assegnazione da cinquant’ anni.

Nella stessa operazione di sgombero il Comune ha negato il diritto alla casa anche alla signora Mimma, giovane mamma con tre bambini, costringendola a spostarsi nell’alloggio assegnato al nucleo familiare dei genitori nel quale dovranno coabitare in otto. Unico aspetto positivo della vicenda è l’assegnazione dell’alloggio agli altri due nuclei, uno dei quali è quello che dovrà ospitare il nucleo della signora Mimma.

Ma questa operazione per l’Assessore Albanese riempie di orgoglio l’Amministrazione comunale. Prima dello sgombero le associazioni e i due nuclei familiari a cui è stato negato il diritto alla casa hanno più volte chiesto al Comune ed alla Prefettura di avere un confronto per trovare una soluzione nel rispetto della normativa vigente. Ma questo è stato sempre negato affermando che le famiglie erano perfettamente d’accordo con le decisioni del Comune di abitare negli alloggi assegnati ai parenti.

Durante lo sgombero del 15 luglio è stato chiaro a tutti che le famiglie non erano per niente d’accordo con i provvedimenti dell’Assessore Albanese.  Anche le richieste  fatte  per la  difesa del diritto alla casa dei due nuclei  all’Assessorato alle politiche sociali del Comune ed al Garante metropolitano per l’infanzia e l’adolescenza  non hanno ricevuto alcun riscontro. Tuttavia  si continuerà con tutti i mezzi previsti per legge a richiedere che i due nuclei familiari ottengano l’assegnazione che spetta loro. Tutto questo  ha interessato  molto poco la città.

Ma tutti coloro che da anni attendono un alloggio, i loro familiari e tutte le organizzazioni che si occupano dei diritti  dovrebbero, invece, essere interessati a questa operazione . Perché la negazione del diritto alla casa per nucleo familiare  è una “pratica” che insieme alla sua totale negazione riguarda non solo queste due  famiglie ma molte altre, i loro familiari e l’intera comunità  per la sua tenuta sociale. Se non si uniscono  le forze per la difesa del diritto fondamentale alla casa e degli altri diritti  si arriverà  presto alla loro completa cancellazione.

La stagione della negazione dei diritti sociali, avviata negli anni Novanta, ha già causato molti danni e continua la sua azione sempre più velocemente anche grazie al silenzio assordante di molti».

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