Palazzo di Giustizia, è giallo sui lavori già effettuati. Botta: «Forse siamo al 50%»

Si pensava che con la convenzione stipulata dall’amministrazione comunale col ministero della Giustizia il nuovo tribunale di Reggio Calabria potesse finalmente vedere la luce, ma tanti e vari sono gli interrogativi che restano. Degli aspetti poco chiari abbiamo discusso con Antonino Botta, della Filca Calabria che da decenni segue la vicenda del palazzo di giustizia.

Siamo sicuri, dopo tutto questo tempo, che i lavori siano completi all’80%?

«Le percentuali sono molto aleatorie. Quando la precedente ditta, la Bentini, ha lasciato l’opera, si parlava del 70% di opere completate. Adesso si parla di un 80%. Ma in questi numeri c’è qualcosa che non quadra perché la ditta che è subentrata otto anni dopo, la Passerelli Spa, non ha creato produzione ma ha solo pulito il cantiere e sistemato l’area.

Accorgendosi, nel contempo, che alcune delle opere che venivano dichiarate complete in realtà non lo erano. Com’è possibile essere passati all’80%? Ho visitato il cantiere quando c’era la Passerelli: dal 70% dichiarato, considerate le intemperie con l’acqua che è entrata, i furti di materiali che ci sono stati, penso che dal 70 bisogna scendere al 50%.

Delle risposte possono arrivare solo nel momento in cui si farà lo stato di consistenza. Oggi c’è la polemica su chi ha aperto il cantiere, su chi l’ha riaperto: il punto qui è concludere l’opera ed avere un’unità di intenti. Il nuovo palazzo di giustizia è diventato una vergogna nazionale. Anche il sindacato dovrà lavorare per uscire da questa situazione di stallo».

Antonino Botta

C’è una stima di quanti soldi sono stati spesi?

«L’opera era stata appaltata per 48 milioni i euro, questi soldi  sono stati spesi. Prima dell’arrivo della Bentini ci sono stati dei contenziosi, sette milioni di euro, più altri sette per pagare il contenzioso della Passerelli. Credo che lì, considerate anche le varianti, si siano superati i 70 milioni».

Come si concluderanno i lavori

«Non si capisce come si vuole procedere: se con un nuovo appalto, e allora ci vorranno anni per l’aggiudicazione e l’apertura del cantiere. Se parliamo di passare alla seconda società in graduatoria sarà impossibile perché dovrebbe completare i lavori alle stesse condizioni della prima aggiudicataria. E se non c’è riuscita la prima sarà difficile che possa riuscirci la seconda».

Dunque la soluzione?

«L’unica cosa da fare è di procedere per step, fabbricato per fabbricato, con un finanziamento speciale, come è stato fatto per il carcere di Arghillà. con un’aggiudicazione al massimo ribasso l’opera resterà incompiuta».

Ma in loco c’è anche un’altra opera abbandonata.

«Sì è il parcheggio del Tribunale. Mi colpisce il fatto che si parli solo del tribunale ma del parcheggio non si ricorda nessuno. Anche in questo caso l’opera si è fermata a causa di un contenzioso. Quindi se si completa uno, va completato anche l’altro. Si tratta di un appalto di 20 milioni di euro, di un’impresa che, nel momento in cui ha iniziato i lavori, si è accorta che c’erano grossi problemi, anche strutturali nell’opera.

Dopo una perizia è stato chiesto al comune di rivedere il progetto. Ma il Comune non ha inteso cambiare. La ditta non si è voluta prendere la responsabilità di costruire il parcheggio a piani in quelle condizioni».

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