Taurianova, gli alunni della “Monteleone – Pascoli” scoprono la Pasqua ebraica

I bambini della Scuola Primaria dell’Istituto comprensivo “Monteleone – Pascoli” di Taurianova, si sono approcciati alla Pasqua ebraica grazie all’iniziativa organizzata, nell’ambito del Piano di lavoro annuale dell’insegnamento della religione cattolica nelle terze classi, dall’insegnante Maria Teresa Vizzari. Dopo una diligente e approfondita preparazione, con l’approvazione della dirigente scolastica Maria Concetta Muscolino, d’intesa con la vicaria scolastica Teresa Ielo e grazie anche all’ausilio delle altre insegnanti, i bambini hanno potuto scoprire il significato che questa ricorrenza ha per il popolo ebraico.

Nel grande salone della Scuola di Viale della Pace, gli organizzatori, aiutati dal personale scolastico e da diversi genitori, hanno apparecchiato una tavola con i cibi caratteristici della Pasqua ebraica, e tutti i bambini hanno potuto mangiare i piatti tipici e acquisire il significato dei simboli pasquali, vivendo così un’esperienza nuova ed emozionante. Alla celebrazione hanno partecipato il parroco don Mino Ciano e il diacono Vincenzo Alampi, i quali, interagendo con gli attenti e preparati alunni coinvolti, hanno approfondito il significato della cena pasquale ebraica, del suo rituale simbolico, dei cibi che la compongono e infine, la sua relazione con la pasqua cristiana e il coinvolgimento di tutte le famiglie.

Gli ebrei infatti, festeggiano la Pasqua riunendosi in famiglia e condumando i cibi che ricordano quelli mangiati la sera della loro fuga dall’Egitto, ossia pane azzimo, erbe amare, uova, agnello arrostito e vino. Ognuno di questi cibi ha un suo significato che era anche raffigurato e spiegato su un grande cartellone disegnato dagli alunni che hanno partecipato al progetto. La cena pasquale in ebraico si chiama Seder di Pesach. Seder significa “ordine”, in quanto si consuma secondo un ben preciso ordine rituale, durante il quale si legge la Haggadah, che è il racconto dell’uscita degli ebrei dall’Egitto.

Il significato dei vari alimenti che vengono consumati durante la cena sono: il pane azzimo, che ricorda la fuga dall’Egitto. La fretta per la fuga infatti, impedì agli ebrei di far lievitare il pane e, quindi, anche oggi, per la festa della Pasqua ebraica, viene preparato direttamente senza lievito. Le erbe amare, che sono delle cicorie, ricordano l’amarezza della schiavitù in Egitto e la perdita della libertà e un gambo di sedano, un rametto di prezzemolo e verdure intinte in acqua salata come ricordo delle lacrime versate durante la schiavitù. Un uovo sodo bollito in acqua salata, come ricordo della schiavitù in Egitto è il simbolo della vita e dell’eternità. L’agnello arrostito, che è il piatto principale, è anche il più importante proprio perché ricorda il sacrificio pasquale, che veniva offerto al Tempio di Gerusalemme durante la vigilia della Pasqua. Il vino rappresenta la gioia dello stare insieme e quindi la libertà ritrovata. Infine il Charòseth, che ricorda la malta, con cui gli ebrei preparavano i mattoni per le costruzioni del faraone, che si mangia insieme all’erba amara, per addolcirla un po’ e per ricordare che, dopo tante sofferenze per la schiavitù, viene la gioia della libertà.

All’iniziativa è stato invitato anche Giuseppe Arena il quale, durante la cena, ha cantato alcuni brani della tradizione ebraica. La recita del Salmo 136, di don Mino e del diacono Alampi e la benedizione della mensa e dei presenti, ha dato inizio alla cena, al termine della quale la preside, soddisfatta per la bella riuscita della manifestazione, è intervenuta per ringraziare gli organizzatori e i vari collaboratori, tra i quali i genitori, e per evidenziare il valore dell’iniziativa, anche in un momento come quello che stiamo vivendo con la guerra in Ucraina e l’importanza della libertà e della pace tra i popoli.

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