Lo sfogo di una madre: «Reggio capitale della cultura? A mia figlia disabile mancano i servizi essenziali»

«Leggevo con stupore che Reggio Calabria si propone come capitale della cultura per il 2025. Sarebbe cosa giusta se avesse tutti i requisiti per concorrere. E invece quello che possiamo offrire è solo un bel museo dove sono posizionati i bellissimi Bronzi di Riace e un bel lungomare da tutti definito il più bel kilometro d’Italia. Peccato che per arrivare a Reggio Calabria ci vogliono treni accessibili che al momento sono ridotti al lumicino, e servono i voli di un aeroporto sgangherato che non riesce mai a decollare ma che in compenso decollano sempre di più i costi dei biglietti.Servono navette per circolare in citta’ e servono spiagge pulite senza l’indecoroso spettacolo delle fogne a cielo aperto. Questi i servizi minimi per dare degna ospitalità ai turisti che con coraggio si avventurano in questa impresa turistica. Poi ci sono i servizi essenziali, quelli che un comune degno di questo nome dovrebbero garantire ai residenti più fragili, servizi che al momento sono pari allo zero».

Questo è lo sfogo di Sabina Berretta la mamma di una ragazza disabile che da anni porta avanti una battaglia di civiltà per garantire diritti e dignità a sua figlia e a tutti i ragazzi che vivono una condizione di fragilità. «L’assistenza domiciliare che il settore eroga si riduce a 2 o 3 ore settimanali. La presa in carico della persona con disabilità da parte del Settore Servizi sociali esiste solo nella carta. Manca un riferimento alle famiglie che si arrabbattano come possono in questo mondo emarginato e dove tutto diventa un’impresa. Dalla pratica burocratica alla vita quotidiana fatta di rinunce e di sofferenza nel vedere i propri ragazzi isolati dal mondo giovanile. Manca un servizio di trasporto per i ragazzi che frequentano i centri diurno o i centri di riabilitazione. Le famiglie che, data l’età avanzata, non hanno la possibilità di guidare sono costrette a svenarsi per pagare privati sanguisughe che approfittano del bisogno per chiedere cifre astronomiche mentre, nell’indifferenza totale, i nostri politici referenti si “vantano” di promuovere progetti vari rivolti al sociale che nulla hanno a che vedere con i bisogni dei più fragili.

Le famiglie ancora aspettano il contributo del trasporto riferito all’anno 2019, e a nulla valgono i solleciti che sistematicamente vengono fatte dalle famiglie. Da quando l’unico Pulmino messo a disposizione da un privato cittadino ha interrotto il servizio di trasporto, causa grave guasto meccanico, molti dei ragazzi ospiti del centro diurno di Catona sono costretti a rimanere a casa perché abitando in zone disagiate e non trovano nessuno che li possa accompagnare. Sono figli con disabilità di persone anziane che a loro volta sono diventati non autosufficienti per via dell’avanzata età. Per non parlare dello stato di degrado in cui versa l’unico centro diurno comunale della città di Reggio Calabria . Sono anni che si aspettava la delibera di comodato d’uso da parte della regione per avviare i lavori di riqualificazione. Finalmente mesi addietro questa delibera è stata partorita e al comune spettava l’onere di inizio lavori. Invece tutto tace. Ci rimandano di settimane in settimane come se I nostri figli non meritassero di frequentare un luogo sano con ambienti di tutto rispetto. Patiscono il freddo d’inverno e il caldo torrido d’estate. Nel mentre il comune finanzia progetti che lasciano fuori la vita dei nostri figli.

Questo non è uno sfogo fine a se stesso ma vuole essere una denuncia sullo stato di abbandono in cui versano i nostri ragazzi. Vuole essere una denuncia sulla mancanza totale dei servizi essenziali che un comune che si propone di diventare capitale della cultura dovrebbe quantomeno garantire. Vuole essere una protesta forte nei confronti di chi letteralmente ignora i nostri ragazzi e ignora le richieste di S.O.S. delle famiglie. Prima di proporre Reggio Calabria come capitale della cultura 2025 preoccupatevi di dare degni servizi a chi vive in condizioni di disagio. Preoccupatevi di rendere le strade accessibili a chi non deambula e preoccupatevi di abbattere quelle barriere architettoniche che limitano i movimenti di tutti i cittadini che non rientrano in quel mondo fatto di “normalita”. E se non provate un minimo di vergogna per quello che avreste dovuto fare e non fate DIMETTETEVI».

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