venerdì,Aprile 26 2024

Calendario venatorio, l’Associazione rurale calabrese sollecita l’assessore Gallo

La presentazione nel più breve tempo possibile al centro di un incontro con il titolare delle deleghe regionali all’Agricoltura. Affrontato anche il tema dell’emergenza cinghiali

Calendario venatorio, l’Associazione rurale calabrese sollecita l’assessore Gallo

Calendario venatorio, ed emergenza cinghiali sono i temi al centro dell’incontro del 14 giugno scorso tra l’Associazione rurale calabrese, rappresentata dal presidente Vincenzo Barbatano e dal vice presidente Massimo Belsito, con l’assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo, occasione anche per omaggiarlo di un piccolo pensiero a ringraziamento del «grande impegno ed attaccamento che dimostra quotidianamente verso tutta la Ruralità» e per disquisire delle tante problematiche legate al mondo Rurale, di cui l’associazione ne è fiera portatrice, offrendo soluzioni concrete ed il sostegno incondizionato a tutto ciò che può migliorare il terzo settore, motore trainante della nostra Regione.

Per quanto concerne il Calendario Venatorio, «chiediamo la presentazione dello stesso, relativo alla stagione 2022/23 ormai alle porte, nel più breve tempo possibile affinché si dia la possibilità a tutte le associazioni di categoria di attenzionarlo in maniera adeguata per tutelare i tanti seguaci di Diana e, soprattutto, la fauna oggetto del calendario».

Altro argomento di discussione sono state le tante zone interdette alla caccia che si trovano nella nostra Regione con particolare riferimento ad alcune ZSC,  e che una carenza di conoscenza da parte di tutti gli addetti ai lavori, che dovrebbero vigilare su tali aree, porta ad interpretazioni errate che causano innumerevoli problemi ai cacciatori: «a tale scopo chiediamo un confronto tra le parti interessate per evitare in futuro altri spiacevoli inconvenienti».

Punto importante dell’incontro è stato poi l’emergenza cinghiali, sia per il numero ormai fuori controllo di questo ungulato che per la diffusione della peste suina africana.

«Teniamo a sottolineare quanto centrale sia il ruolo del cacciatore per aiutare a contenere questa emergenza che ormai affligge non solo il mondo rurale, causando innumerevoli danni alle colture e, con la diffusione della Psa, anche agli allevamenti, ma anche il mondo “civilizzato” vista la presenza ormai costante di cinghiali nei centri abitati, causa anche di innumerevoli incidenti stradali oltre che di aggressioni ai cittadini».

L’associazione Rurale Calabrese ha proposto, provvedendo a protocollare le richieste subito dopo aver terminato l’incontro con l’assessore, di modificare il disciplinare della Caccia al cinghiale riguardo il numero minimo dei partecipanti alla battuta, portandolo ad un minimo di cinque battitori: «con questa semplice modifica si darebbe la possibilità alle squadre che, nel periodo e nei giorni consentiti alla caccia, hanno meno di dieci battitori disponibili (attualmente il numero minimo per poter effettuare regolarmente la battuta) a svolgere la loro passione offrendo gratuitamente un servizio divenuto ormai essenziale all’intera comunità».

Ma l’Associazione chiede anche che venga preso in considerazione il problema delle specie nocive che, oltre a causare innumerevoli danni alle colture, è strettamente legato alla diffusione della Psa; le suddette specie, con i corvidi in particolare, cibandosi delle carcasse infette siano veicolatori della Psa.

«Serve infatti rimarcare quanto il cacciatore sia amante della natura e ricopre un ruolo fondamentale negli equilibri della natura che vengono minacciati da un’eccessiva urbanizzazione e non, come invece si vuol far credere, di un crudele e spietato assassino, offrendo inoltre la possibilità di mettere al servizio di tutta la comunità le conoscenze dei territori; a tal proposito il vice presidente Massimo Belsito, fresco di nomina come monitoratore di beccacce, ottenuto nel corso del 4 giugno tenuto dall’ATC KR2 e promosso dalla Regione Calabria, ha proposto all’assessore Gallo di istituire un corpo di monitoratori per questo ungulato, formato da cacciatori che si dedicano alla caccia al cinghiale e che ne conoscono abitudini e comportamenti, in modo tale da avere un quadro quanto più possibile chiaro della presenza sul territorio regionale».

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