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Diga e centrale idroelettrica Galatro, Città della Piana scrive a Occhiuto: «Opere strategiche per la Calabria»

Il presidente Armando Foci nella missiva spiega l'importanza che le due opere rivestirebbero per il territorio e non solo

Diga e centrale idroelettrica Galatro, Città della Piana scrive a Occhiuto: «Opere strategiche per la Calabria»

La diga e la centrale idroelettrica di Galatro al centro della missiva che il presidente dell’associazione “Progetto città della Piana” Armando Foci ha inviato al governatore Roberto Occhiuto. «Non è più accettabile che, per insipienza politica, incapacità gestionale, inconfessabili e oscuri interessi, la Piana e l’intera Calabria debbano assistere passivamente allo scempio delle proprie risorse economiche e naturali e alla vanificazione degli sforzi per uscire dall’umiliante sottosviluppo, non solo rispetto alle regioni del Nord e dell’Europa ma, addirittura, rispetto a tanti paesi del terzo mondo che ci hanno di gran lunga superato sotto ogni aspetto – esordisce Foci -. Segno evidente di questa insipienza e incapacità politica, gestionale e di oscuri interessi, è costituito anche dalle opere pubbliche incompiute, che danno l’idea della condizione emblematica della spirale viziosa che ci affossa sempre più nel sottosviluppo.

Fra le grandi opere abbandonate, o mai realizzate – sottolinea Foci – le più eclatanti sono la “Diga sul Metramo” e la Centrale idroelettrica a valle della diga, delle quali nessuno sembra più interessarsi come se non appartenessero più a nessuno. La diga, un’eccezionale opera strategica capace di rivoltare come un guanto l’economia della Piana e della Calabria, fu pensata e progettata negli anni ‘60 del novecento, con progetto esecutivo del 1973 e realizzata dall’ex Cassa per il Mezzogiorno nel 1994. Soltanto nel 2013 venne collaudata e il suo costo totale finora, è stato la “modica” cifra di quasi 400 miliardi vecchie lire. Da allora sulla diga, a 61 anni dal progetto di massima, a 28 anni dal suo completamento e a ben 89 anni dal collaudo, è calato un silenzio tombale e un apparente disinteresse.

Infatti sia la Regione, che ne è proprietaria e che ha trascurato di mettere la diga in esercizio, sia la Sorical, sia la Città metropolitana, per la quale sembra che la diga non esista, sia quasi tutti i Comuni del comprensorio che ne ignorano persino l’esistenza, sia la politica e i sindacati, nessuno sembra comprendere la vitale importanza di questa straordinaria infrastruttura per le sorti del territorio e della Calabria. Unico ancora a interessarsi responsabilmente e testardamente della questione diga, oltre al Comune di Galatro e alla meritoria associazione del galatrese Nicola Marazzita che ha il merito di aver imposto all’ordine del giorno questa scabrosa situazione, è il Consorzio di bonifica della Piana di Rosarno, gestore della diga e titolare della concessione idraulica per uso irriguo, che da molti anni ha anche ottenuto la concessione per l’uso plurimo delle acque. Concessione rimasta però, inspiegabilmente, nei cassetti regionali nonostante la sua avvenuta pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Calabria.

Così come sono rimasti sepolti nei cassetti della Regione anche i progetti del Consorzio di bonifica per la realizzazione di un impianto antincendio a monte (per salvare i boschi e porre fine al ridicolo via vai estivo dei costosi aerei che con miseri secchielli tentano di spegnere i numerosi incendi), il progetto di adeguamento sismico della diga ed il progetto per la fornitura di acqua potabile a 90.000 abitanti. Altro progetto esecutivo, che da anni rimane colpevolmente dimenticato nei cassetti regionali (con il suo cospicuo finanziamento di 26 milioni di euro), è quello per la realizzazione della galleria di derivazione. Oggi senza quest’opera fondamentale si irrigano appena 400 ettari di terreno, ma con la sua realizzazione, e con quella della rete di distribuzione delle acque, se ne potrebbero irrigare 20.000 o addirittura 30.000, con la conseguente trasformazione radicale dell’agricoltura e di tutta la nostra economia.

Dimenticato anche il progetto per la realizzazione della Centrale idroelettrica che il Consorzio aveva proposto alla Regione di realizzare con un project financing a cura e spese dei privati; opera a costo zero che avrebbe garantito la produzione di circa 30 Mwh di preziosa energia rinnovabile, decine di posti di lavoro e consistenti royalties per i comuni interessati. Tutti progetti esecutivi, finanziati e pronti per essere appaltati, ma dei quali nessuno parla, lasciando vergognosamente nell’inedia l’agricoltura, nella sete i cittadini, disoccupati migliaia di lavoratori costretti ad emigrare, nel sottosviluppo della Piana e della Calabria. Al Comitato di cittadini galatresi – conclude Foci – da 2 anni si è ora unito il coordinamento dell’associazione “Progetto città della Piana” che hanno deciso di unire le forze per sollevare la questione diga e energia rinnovabile di Galatro, programmando eclatanti azioni dimostrative in ogni sede per sensibilizzare i cittadini e togliere dal torpore Istituzioni, decisori politici e sindacati che stentano a ritrovare la bussola dello sviluppo anche per questo martoriato territorio».

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