domenica,Giugno 16 2024

Reggio, il progetto “Tra le case” sbarca in Toscana

Protagonista la Parrocchia S. Maria Cattolica dei Greci. Esperienza educativa per due gruppi di giovani a Radda di Chianti

Reggio, il progetto “Tra le case” sbarca in Toscana

Il progetto “tra le case”, finanziato dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia e che ha come Ente capofila la Parrocchia S. Maria Cattolica dei Greci, esce dai confini della nostra Regione e si muove verso il Chianti: due gruppetti di 9 persone ciascuno, accompagnati da una piccola equipe di educatori e tutor, arrivati con low cost e pulmino a Radda in Chianti hanno vissuto, dal 21 agosto al 2 settembre, una forte esperienza educativa in Toscana.

«L’accoglienza è stata unica – si legge in una nota -. L’Associazione “E. Sereni”, facente parte della ETS, i partner di progetto, i parroci della zona di Radda in chianti, il Comune, hanno permesso ai giovani coinvolti di sperimentare la straordinaria bellezza di una terra culla dell’umanesimo».

Tra le diverse visite, curate dalla “Sereni” – ed in particolare da Marzio Cresci e Ilaria Alfani – significative sono state quella alla tomba etrusca di Castellina in Chianti, al museo di antichi utensili agricoli, ad una piccola impresa di ceramiche. Ancora, presso la località “la Croce”, i ragazzi di Reggio hanno avuto modo di apprezzare dei ritrovamenti abitativi risalenti al 300 a. C. Qui l’associazione “Sereni” organizza annualmente “Ominidi”, una esperienza di vita comunitaria tra adolescenti. L’incontro tra questi ragazzi del luogo e i visitatori è stato coinvolgente ed entusiasmante, specialmente per lo scambio di attività ed esperienze vissute ciascuno nel proprio contesto di provenienza.

A Siena, la scuola “Pascoli” è stato il luogo di incontro e confronto con un gruppo di volontari impegnati in un progetto di recupero dei giovani attraverso la valorizzazione della lettura e l’amore per i libri. Sempre a Siena, i giovani sono venuti a contatto con le diverse contrade, in particolare -guidati da Martina- hanno attraversato l’Istrice, e hanno imparato dalle testimonianze raccolte lo straordinario senso di appartenenza, identità, familiarità proprio alla cultura contradiola.

«Incontro carico di afflato spirituale è stato, ancora, quella alla Pieve di San Leolino, accolti da Padre Carmelo Mezzasalma».

Diverse sono state anche le visite alle aziende vinicole e gastronomiche del territorio (cantina di Volpaia; salumeria Porciatti), tante le testimonianze raccolte da famiglie che hanno deciso di investire tempo e risorse entro un territorio divenuto ricco. Tante le interviste e i dialoghi con gli abitanti di diverse età per meglio comprendere come il dialogo intergenerazionale possa caratterizzare un territorio e favorire tradizione ed innovazione.

L’accoglienza e la gioia dell’incontro si è concretizzata nei tanti pranzi condivisi e offerti, non solo dai parroci don Hector e Padre Massimiliano e dalle comunità parrocchiali coinvolte nel progetto, ma anche da alcuni ristoratori. Uno tra tutti: il Bar Ucci di Volpaia, dove le sorelle Paola e Carla hanno accolto i gruppi con una “merenda” toscana, durata circa due ore… E che dire poi di “nonna” Gina, che ha intrattenuto i giovani con storie antiche e letture moderne su come è andato e va il mondo. Storia intrecciata di storie personali, fatiche e conquiste che hanno commosso i giovani in ascolto. Anche nella visita alla cantina Corte Domina, l’incontro con Giorgia e Andrea hanno restituito ai giovani la voglia di scommettere, di fare, di imprendere, di non fermarsi alle asperità della vita e di procedere spediti e con concretezza alla realizzazione del proprio sogno.

L’incontro con le Istituzioni, in particolare con il sindaco Pierpaolo Mugnaini, ha permesso ai visitatori una lettura di insieme del territorio del Chianti, con le sue ricchezze e contraddizioni osservate dal punto di vista di una comunità piccola e accogliente come quella Raddese.

Per il pernottamento i giovani sono stati accolti in un bene confiscato dato in gestione ad Attendiamoci, in località Lucarelli di Radda in Chianti. Anche questa è stata una occasione educativa: è possibile che un bene frutto di proventi illeciti, sia messo a servizio della comunità educante.

La cornice dei vigneti del Chianti, l’accoglienza della gente e dei partner coinvolti nel progetto, le tante storie e i tanti volti incontrati, hanno fatto di questa esperienza un intreccio significativo di relazioni belle e hanno alimentato la necessità di continuare questi rapporti, anche con una prossima visita dei chiantigiani a Reggio Calabria.

«La cornice della festa del perdono in Radda e l’incontro con il vescovo di Fiesole Mons. Stefano Manetti, hanno dato all’esperienza lo spessore del servizio e il sentire di tradizioni antiche e sempre nuove che uniscono, al suono della campana, il sorriso della festa e la consolazione del perdono. Grazie a “tra le case”, anche qui ci si è sentiti in famiglia, abbattendo quei muri di pregiudizi che spesso costruiscono barriere di incomunicabilità tra generazioni, ma anche tra territori».

Al rientro in città i giovani, confrontando le diverse esperienze, hanno capito che rinascere, secondo un umanesimo umano, significa ridefinire i canoni di relazioni autentiche e favorire i dialoghi tra le diverse generazioni, senza mai dimenticare la storia dalla quale deriviamo, ma anche il futuro che si può costruire con l‘entusiasmo del sogno e la fedeltà dell’impegno.    

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