Welfare a Reggio, corso di formazione sul “Modello evolutivo dei bisogni”

Il modello evolutivo dei bisogni al centro di un incontro formativo a Reggio Calabria.

Bem (Modello evolutivo dei bisogni) non è una tecnica, non è una strategia, ma è un modo (tra i tanti possibili) di stare e vivere la realtà. È partendo da tale definizione che sono stati avviati i lavori del primo appuntamento formativo promosso e organizzato dal Hub servizi per la Famiglia, servizio in convenzione con il Settore Welfare dell’amministrazione comunale, rivolto ai professionisti che operano a vari livelli e titoli nelle relazioni d’aiuto.

Si è svolto sabato 15 ottobre, presso la Sala meeting di un noto hotel cittadino, il corso di formazione denominato B.E.M. Modello Evolutivo dei Bisogni, condotto dall’ideatore del modello stesso, Ivano M. Orofino.

Durante il corso è stato approfondito il B.E.M., frutto di una ricerca-azione avviata nel 2010 ed ancora attiva oggi, che partendo dall’osservazione dei comportamenti dei bambini 0-6 anni sviluppa nel tempo una classificazione dei bisogni, individuando 5 coppie di bisogni chiave e 3 bisogni trasversali presenti in tutti i bambini, di qualunque cultura, collocandoli lungo l’asse evolutivo; esso può essere definito come un atteggiamento, un orientamento, una scelta, uno stile, uno sguardo su di noi e sull’altro. Ad oggi sono stati identificati 80 bisogni evoluti, che completano lo sviluppo adulto.

L’adesione e partecipazione è stata numerosa, forse anche oltre le aspettative degli stessi organizzatori, ma anche multidisciplinare, hanno partecipato infatti professionisti appartenenti a diverse categorie professionali, dagli operatori del terzo settore alla categoria degli avvocati, tutti coinvolti e determinati nell’apprendere un modello che possa migliorare la qualità del proprio lavoro di relazione con l’altro, ma anche migliorare la relazione con se stessi, attraverso un processo di autoconsapevolezza dei propri bisogni.

Tale attività formativa si colloca all’interno dell’azione “Costruire rete”, volta a fare rete tra gli organismi operanti nel terzo settore e la referente per l’ente gestore del servizio Progetto Sociale 2.0, Angela Latella chiarisce: «Non c’è migliore azione da mettere in campo in città, per sostenere la moltitudine di professionisti nel sociale, se non, dare loro la possibilità di formarsi e aggiornarsi per meglio stare nel proprio essere e saper fare».

Il coordinatore del servizio, Maria Angela Cuzzola, aggiunge «abbiamo rilevato con piacere che la partecipazione è stata numerosa e di alto livello professionale, per cui ciò ci indica che la strada intrapresa è quella giusta, o meglio è la congrua risposta al bisogno rilevato, riferito ad una fascia ampia di professionisti che per mission si occupa dell’altro, ancor prima che di se stesso a volte, dunque il Bem può essere spunto e occasione per sostenere tale agire sociale e professionale, ma anche sostenere il professionista a lavorare sulla distinzione dei bisogni, così come fatto con il formatore: “Bisogno mio? Bisogno tuo?”, due domande apparentemente semplici, ma fondamentali a mettere ordine, qualità e benessere nelle relazioni professionali».

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