Diga sul Metramo, l’associazione “Città della Piana” e il comune di Galatro ai ferri corti

«Desta molto stupore e sconcerto l’incomprensibile azione offensiva intrapresa per la seconda volta nel giro di 2 anni dall’Amministrazione comunale di Galatro nei confronti dell’associazione “Progetto Città della Piana”, che si batte anche per il mancato utilizzo delle acque della Diga sul Metramo, che costituiscono un elemento strategico per lo sviluppo delle enormi potenzialità del nostro territorio». Esordisce così il presidente dell’associazione Armando Foci, il quale sostiene che «dopo aver inveito sulla nostra prima iniziativa sulla Diga, nel giugno 2021, tale Amministrazione (pur avendo esperito un tentativo di coinvolgerla quale primo attore), in un suo offensivo comunicato si è sentita in diritto di apostrofare, con termini dispregiativi anche sul piano personale, noi e le battaglie che conduciamo da anni per la Diga sul Metramo, etichettandoci come ”personaggi e organizzazioni che, per la smania di apparire, si prestano ad essere strumentalizzati all’interno di dinamiche che, probabilmente, fanno fatica a comprendere”.

Due anni fa abbiamo tollerato in rispettoso silenzio nei confronti dell’Istituzione comunale di Galatro e dei suoi cittadini, incassando quelle invettive e il suo rifiuto di collaborazione ma ora, che si aggiungano anche offese e denigrazione, la nostra Associazione non può ancora restare in silenzio! Ricordiamo agli amministratori di Galatro – continua Foci – che la nostra associazione (regolarmente registrata) è costituita da “personalità” che non hanno alcuna “smania di apparire”, dotate di etica, moralità, capacità professionale, politica e quoziente intellettivo riconosciuti anche al di là dei confini regionali e nazionali. Caratteristiche che ci hanno consentito di comprendere fino in fondo le dinamiche contorte della storia della Diga! Personalità che operano senza alcun oscuro interesse, quindi per il bene della comunità, alla “luce del sole” e con una chiara visione del futuro da realizzare per il comprensorio, forti di un’idea e di un progetto socio-economico per la nascita e sviluppo della “Città della Piana”, apprezzati da tanti sindaci e cittadini. Quindi esclusivamente per interessi generali che, purtroppo, vengono ampiamente soffocati da decenni da interessi non proprio generali e cristallini ma, al contrario, opachi e personalistici, perseguiti da clan e oscuri gruppi di potere che hanno affossato qualunque anelito di sviluppo del territorio.

Intanto ribadiamo, preliminarmente, che la Diga è un bene primario dell’intero comprensorio e non rientra nella fantasiosa tesi di considerarlo proprietà esclusiva del comune di Galatro, sostenuta da qualche amministratore galatrese. Questa tesi, purtroppo, ha contribuito a indebolire la vertenza Diga, consentendo il prevalere ad ogni livello di interessi poco trasparenti e producendo danni incalcolabili, misurabili con: ritardi nell’avvio del progetto di irrigazione, perdita di parecchi punti di Pil nella Piana, arretratezza socio-culturale ed economica, scadente qualità della vita, perdita di enormi potenzialità che il territorio, privo di questa preziosa risorsa, non ha potuto esprimere e, in definitiva, disoccupazione di massa e conseguente emigrazione forzata di intere generazioni. E Galatro a tal proposito ne sa qualcosa se è vero, com’è vero, che è il Comune ad aver subito quasi il più forte calo della sua popolazione su scala provinciale. Per questo sarebbe stato utile e opportuno che tutti i sindaci assumessero il ruolo di forte soggetto collettivo capace di rivendicare con più chance l’attivazione di questa preziosa infrastruttura, compito che non spettava al solo comune di Galatro ma a tutti i 33 sindaci del comprensorio. Il ruolo cioè di far fronte comune nei confronti del Ministero e della Regione per sensibilizzarli costantemente a completare le opere di derivazione e le altre opere a valle che, se realizzate, avrebbero cambiato il destino del ns. territorio.

Nonostante questo incauto tentativo di delegittimazione del nostro operato siamo grati al Consorzio di bonifica di Rosarno e al suo staff, ai cittadini, sindaci di Comuni e Città metropolitana, politici, sindacalisti, uomini di cultura e rappresentanti sindacali e dei produttori che ci hanno sempre affiancato, perché hanno ben compreso lo spirito democratico e costruttivo che anima la nostra associazione. Infatti, oltre che per l’attivazione della Diga e dell’impianto di potabilizzazione, ci stiamo battendo per il completamento della rete idrica che consenta di irrigare anche gli 800 ettari sull’altopiano della Ghilina e di Cubasina. E, per i meno sprovveduti e non condizionati da altre “faccende”, sarebbe bastato, a tal proposito, leggere i nostri pregressi documenti, e in particolare quello a base della nostra manifestazione sulla Diga del 27 giugno 2021, in cui era scritto a chiare note che una delle nostre rivendicazioni è quella di “irrigare i piani della Ghilina”.

Ma ci battiamo anche per la realizzazione delle 2 centrali idroelettriche, per la rete di irrigazione di 30.000 ettari di superficie agricola di tutta la Piana (allo scopo di porre fine alla crescente, costosa e insostenibile perforazione di nuovi pozzi sempre più profondi che gli agricoltori sono costretti a realizzare a loro spese per mantenere in vita i loro campi, pozzi che ormai iniziano a pescare acqua salmastra molto dannosa per le colture), dell’impianto antincendio delle colline, per fornire acqua potabile ai 33 Comuni della Piana di Gioia Tauro, nonché ai servizi, al turismo, all’industria e al commercio che, senz’acqua, non hanno alcuna possibilità di svilupparsi. Ma è in merito all’energia che rammentiamo, solo a chi si rifiuta di vedere, che la professionalità raggiunta dall’associazione, grazie ai suoi esperti nel settore, ha prodotto un corposo dossier energia vagliato con molto interesse dalla politica regionale e nazionale, sia nella recente audizione della nostra associazione dalla VI Commissione del Consiglio regionale, sia a seguito dell’invio del nostro documento al Ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini per sensibilizzarlo ad interessarsi concretamente di questa nostra Diga. 

Non è qui il caso di elencare tutto l’impegno da noi profuso per le tante altre problematiche che affliggono il territorio da decenni, perché sarebbe un elenco troppo lungo e doloroso. Perché noi qui ci siamo e continueremo ad esserci. Ci limitiamo soltanto a dire che l’impegno di “Progetto città della Piana”, come si può facilmente capire, va oltre l’interesse di ogni singolo Comune e spazia a 360° gradi, senza alcuna finalità speculativa politica ma coprendo positivamente il vuoto purtroppo lasciato libero dai partiti politici e dal disinteresse per i nostri problemi della rappresentanza politica a ogni livello. Per quanto ci riguarda non abbiamo alcun interesse ad alimentare sterili e perdenti logiche di contrapposizione, ma di aprire invece un proficuo confronto, augurando che l’Amministrazione di Galatro voglia rivedere la propria posizione nei nostri riguardi, affinché ci si possa sedere tutti attorno a un tavolo di collaborazione reciproca nell’interesse generale e per gridare insieme, ancora più forte, un secco NO a ogni speculazione sulla Diga, ai danni del nostro territorio da qualunque parte essa provenga!».

                           

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