venerdì,Maggio 10 2024

Verde, bianco e rosso. Il Tricolore si intreccia di memoria collettiva e ne celebra le vittorie

Il nostro Tricolore riassume i naturali "diritti dell'uomo", le aspirazioni di tutte le genti, la volontà di chi crede nella propria nazione

Verde, bianco e rosso. Il Tricolore si intreccia di memoria collettiva e ne celebra le vittorie

Speranza, fedeltà e amore. Nell’immaginario collettivo queste parole vengono accostate ai colori del verde, del bianco e del rosso. Questi colori per noi italiani rappresentano molto di più. La storia del Tricolore italiano si intreccia con la memoria collettiva del paese celebrandone vittorie, valori ed ideali.
Le colorazioni delle tre bande di cui è formato non sono una scelta casuale bensì un abile gioco di rimandi storici e simbolici. Ogni tinta ha un preciso significato.
Le narrazioni sul tema però non risultano unitarie, molteplici sono le letture offerte nel tempo dagli studiosi e dagli storici. In ognuno di questi scenari però figurano sempre immagini iconiche di grande patriottismo e desiderio di unità.
Possiamo far risalire la nascita del tricolore italiano quale bandiera nazionale al 7 gennaio 1797, quando a Reggio Emilia il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decretò l’universalità dello “Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso”.
La scelta delle tonalità perciò fu da subito al centro della questione mostrando anche delle forti connessioni con il modello francese del 1790. Tutti i reparti militari “italiani” costituiti per affiancare l’esercito di Bonaparte proponevano infatti stendardi analoghi, alcune volte con l’inserto di vessilli reggimentali.
Come riportano gli archivi del Quirinale però “solo durante il Risorgimento venne avvertita non più come segno dinastico o militare, ma come simbolo del popolo, delle libertà conquistate e, dunque, della nazione stessa“.
Sebbene poi il 17 marzo 1861 venne proclamato il Regno d’Italia, circolavano ancora vessilli di foggia diversa dall’originaria, spesso addirittura totalmente arbitraria. Serviva una legge capace di disciplinare la materia.
Soltanto nel 1925 tuttavia venne definito un testo apposito, rimaneggiato poi con la nascita della Repubblica attraverso un decreto del 19 giugno 1946.
L’articolo 12 della nostra Carta Costituzionale ancora oggi riporta la dicitura approvata all’epoca:
“La bandiera della repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a bande verticali e di eguali dimensioni”.


Il significato dei colori


Potremmo dire che la bandiera italiana rappresenta una variante della bandiera della rivoluzione francese in cui l’azzurro venne sostituito con il verde, ma c’è molto più di questo.
Nonostante siano diversi i significati attribuiti ai colori presenti nella bandiera ad un prima lettura, sostenuta in diversi scritti anche da Carducci e Pascoli, il verde richiama i prati e la macchia mediterranea, il bianco le nevi che cadono su Alpi e Appennini e il rosso è un omaggio ai soldati morti nel corso nelle diverse guerre che hanno coinvolto il Paese per raggiungere l’unità nazionale.
La versione riletta in chiave cristiana cattolica invece vorrebbe il verde frutto della speranza di un’Italia unita e libera a seguito delle molte delusioni che il popolo ha dovuto subire nel corso dell’Ottocento; il bianco invece rappresenterebbe la fede, un vero e proprio collante valoriale del popolo italiano; il rosso infine sarebbe il colore della carità.
Certamente resta poco credibile il collegamento folkloristico che molti rintracciano tra i colori della pizza Margherita e la bandiera nazionale, seppur questo cibo abbia scritto la storia del paese tanto quanto lo abbia fatto la sua raffigurazione iconica ufficiale.

Una leggenda vuole che i tre colori della nostra bandiera abbiamo un loro significato ben preciso, ossia il verde per ricordare i nostri prati, il bianco per ricordare le nevi perenni e il rosso, per il sangue versato nelle guerra.

Curiosità

Per descrivere la bandiera italiana, non basta dire che è verde, bianca e rossa. Essa, infatti, ha connotazioni molto precise, stabilite da apposite leggi. Anzitutto, è regolata la disposizione dei colori: il verde deve stare vicino all’asta, seguito dal bianco e dal rosso.

Le tonalità sono fissate da un decreto del governo del 2006, che ha aggiornato la normativa precedente (secondo la quale i colori erano lievemente diversi). In base alla classificazione Pantone, il Tricolore è composto da:

Verde felce = Pantone 17-6153
Bianco brillante = Pantone 11-0601
Rosso scarlatto = Pantone 18-1662

Le tonalità non sono le stesse delle altre bandiere. Per esempio, nel Tricolore francese il bianco e il rosso sono diversi (bianco “safe” e rosso “red 032”).

La normativa italiana precisa anche le proporzioni della bandiera: le tre strisce devono avere la stessa dimensione; il rapporto tra il lato corto e quello lungo deve essere di 2:3 (cioè, il lato corto equivale a due terzi di quello lungo).

La normativa, inoltre, prevede disposizioni precise per l’esposizione del Tricolore nei luoghi pubblici. Ad esempio, dal 1996 in molti casi è obbligatorio esporre, insieme alla bandiera italiana, anche quella dell’Unione Europea.

Il nostro Tricolore riassume i naturali “diritti dell’uomo”, le aspirazioni di tutte le genti, la volontà di chi crede nella propria nazione volta al progresso, con leggi adeguate, senza divisioni, stessi doveri e medesimi privilegi. Un paese dove non ci siano discriminazioni, ma ognuno fa del proprio lavoro una cosciente responsabilità. Dove la morale e l’etica siano guida costante per un’esistenza felice e serena.

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