STILI & TENDENZE| Reverse Calisthenics: il fitness che fa bene e fa tendenza

Oltre 5mila allenamenti, più di 1.200 allievi dal 2016 ad oggi. Sono questi i numeri del Calisthenics a Reggio Calabria raggiunti dal coach Domenico Nunnari che oggi va oltre abbracciando il “Reverse Calisthenics” per restituire al corpo quei movimenti, quella forza, quell’armonia sopite negli anni e insegnare ad avere rispetto di sé e del proprio benessere naturale.

Calistenica, vantaggi e criticità

Partiamo dallo spiegare cos’è il Calisthenics: la ginnastica calistenica, per dirla all’italiana, è un metodo di allenamento a corpo libero che promette di modellare, migliorare e ottenere risultati fisici evidenti utilizzando la propria forza, il proprio peso.
«Calisthenics, infatti, significa forza e bellezza – spiega Nunnari – ed è una pratica documentata già nell’antica Grecia, praticata dai guerrieri spartani, dall’esercito di Alessandro Magno e, in tempi più recenti, anche dai marines americani».
Si tratta, in sostanza, di una disciplina che include tutti quegli esercizi ginnici eseguiti ritmicamente, alternando percorsi di media difficoltà ad altri più difficili, per sviluppare bellezza, forza ed eleganza dei movimenti con il fine di migliorare l’aspetto fisico, scolpendo il proprio corpo.
«Si tratta di un allenamento duro che fa ottenere grandi risultati. Io ho portato avanti il Calisthenics standard a Reggio raggiungendo dei numeri altissimi – aggiunge il coach Nunnari – poi però mi sono reso conto che era molto tassante a livello articolare e che creava più danni che benefici».
«A un certo punto, infatti – spiega l’istruttore – ho notato che c’erano delle cose che non andavano per il verso giusto, a livello di movimento, di postura, che anche nel Calisthenics venivano snaturate e così ho deciso di innovare e abbracciare il Reverse Calisthenics».

Come funziona il Reverse Calisthenics?

«Reverse è l’opposto rispetto a qualsiasi altra forma di fitness perché parte da presupposti totalmente diversi e mette al centro la persona e non l’esercizio, per insegnarle a muoversi nel modo più corretto possibile nello spazio, con la migliore efficacia e senza affaticarsi troppo, andando a restituire quei
movimenti naturali persi nel tempo e migliorando per questa via estetica, postura e forza» chiarisce Domenico Nunnari.
«Ci hanno insegnato a mantenere delle posizioni e basta, nel Reverse invece c’è un lavoro molto più dinamico, in cui non interessa l’apparenza della forma ma il saper usare il proprio corpo. E quindi partiamo dalla cosa che nessun penserebbe mai di allenare, ovvero i piedi e le mani, che oggi sono le parti più deboli del nostro corpo» precisa il coach.
«Noi ci siamo evoluti manipolando gli oggetti però le nostre dita non sanno più manipolare, stesso discorso sui piedi, le cui dita non funzionano più. Ecco perché ho pensato di allenare le estremità del corpo – continua il coach – perché tutto quello che sta tra queste quattro estremità cerca di trovare un
proprio equilibrio e migliora di conseguenza».
«Mi spiego meglio con un esempio: moltissimi di noi hanno i piedi a papera, alle 10:10 come si dice, e questo scorretto posizionamento nasce dal fatto che siamo obbligati a indossare le scarpe da quando siamo piccoli, i nostri piedi non sono più a contatto con il suolo. I bambini evolvono velocemente quando
sono piccolini perché stanno a contatto col suolo. Per un adulto spostarsi sul pavimento è difficile perché richiede attivazione muscolare e più ci allontaniamo dal suolo più regrediamo» continua ancora Nunnari.
«Ecco perché ci alleniamo scalzi e sulla punta dei piedi, non poggiando il tallone per terra, allenando così la forza delle dita. E quando si inizia a fare Reverse il numero di scarpe sale di uno o due numeri, perché il piede cresce, diventa ipertrofico, così come quando si allenano i bicipiti».
L’obiettivo è quello, in sostanza, precisa il coach, di “andare a recuperare un gap di anni e anni che è stato annullato dalle scarpe, dalla vita sedentaria, dallo stress quotidiano. Nei nostri allenamenti utilizziamo, ad esempio, in esercizi scalari, pioli e sfere da arrampicata che costringono ad utilizzare la forza delle dita per poter trazionare. Ancora, ci alleniamo rispettando le curve del corpo, perché noi non siamo dritti come righelli, come propongono la Calistenica standard e persino sport come pilates e yoga, l’essere umano ha
delle forme e noi cerchiamo di rispettarle».


Fitness, un mondo in evoluzione

«Rispetto tutte le discipline ma penso che il fitness sia profondamente corrotto e che gli istruttori non si rendano conto di questa corruzione perchè tutti gli esercizi sono stati ideati dall’uomo non a sua immagine e somiglianza, ma associando una forma al concetto di forza, tuttavia – dichiara Domenico
Nunnari – la forza non è forma, la forza è efficacia, quindi non si è forti se si riesce a stare dritti mentre si è appesi ad una sbarra, si è forti se si riesce a prendere un oggetto e a tirarlo con forza verso il basso, flettendo il corpo».
«La ginnastica quando è nata ha iniziato a creare dei dogmi per cui era identificato come forte chi riusciva a mantenere delle posizioni innaturali. Si tratta per fortuna di una concezione che ormai appartiene al passato perché la forza sta nel saper usare il proprio corpo, avendo rispetto di se stessi”.
Il fitness, rincara il coach «deve innovarsi, è un mondo in evoluzione ed ha bisogno di innovatori, altrimenti si è sempre la copia della copia di qualcuno».


Tutti pazzi per il Reverse Calisthenics, dunque?


«Sono istruttore dal 2016 e dalla stessa data ho attivato il Calisthenics a Reggio Calabria con oltre 1200 allievi; da 3 anni ho aperto il mio studio dedicato esclusivamente al Reverse Calisthenics e ad oggi conta una sessantina di allievi suddivisi per classi a “numero chiuso”. C’è tantissima richiesta per questa disciplina, infatti, ma per scelta mia, perché per coscienza amo allenare in qualità massima, suddivido 12 persone per classe, per dedicare ad ognuno l’attenzione che merita, garantendo così una sorta di
personal training – conclude Nunnari – con una metodologia che mi consente di gestirle tutte e seguirle bene in tutto il percorso verso il raggiungimento del massimo benessere psicofisico».

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