Scuola, quattro sindaci della Locride scrivono al ministro Valditara: «Salvate i nostri ragazzi»

Con una lettera inviata al Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara i sindaci dei comuni di Africo, Careri, Platì, Careri e San Luca chiedono a gran voce al Governo di «Salvare i nostri ragazzi, implementando la qualità educativa e didattica delle nostre scuole».

«Molti attribuiscono questo male di vivere e queste dolorose ferite sociali a decenni di latitanza dello Stato – si legge nella missiva firmata da Domenico Modaffari, Bruno Bartolo, Rosario Sergi e Giuseppe Pipicella – cioè alle politiche di assistenzialismo, clientelismo e lassismo in comune con molte aree del mezzogiorno. Certamente sono dipese anche da scarsa coscienza comunitaria delle popolazioni di questa area interna aspromontana, dalla incapacità di individuare gruppi dirigenti che si contrapponessero a dette politiche assistenziali e clientelari, da una antica tradizione di relazioni violente e criminali che si sono organizzate nelle ‘ndrine».


Gli amministratori locali da alcuni mesi hanno iniziato un comune percorso di antimafia legato a specifici progetti «mirati a togliere i ragazzi dalla strada fornendo loro competenze culturali e il convincimento che cambiare si può nella direzione di costruirsi con le proprie abilità un futuro di ricchezza economica e culturale. I teneri agnelli che oggi frequentano i banchi scolastici non devono diventare i lupi di domani: l’antidoto è una scuola veramente moderna e strutturalmente attrezzata».


L’altra gamba delle proposte dei sindaci è rappresentata da progetti di lavoro e lotta alla disoccupazione. Il passato politico ha lasciato, concretamente visibili, incompiutezza di strade, gallerie senza sbocco, ponti sospesi sulle fiumare, agricoltura senza infrastrutture e nemmeno l’ombra di tessuto industriale. «Anche il lavoro toglie giovani e meno giovani dalla strada – si legge ancora nella lettera – anche il lavoro prosciuga la palude delle ‘ndrine, anche il lavoro libera dalla sudditanza al boss locale ed alla tentazione di provare i viaggi come corrieri della droga. A lei chiediamo un incontro in tempi molto brevi perché si possa arrivare a risolvere i problemi che mettiamo all’ordine del giorno prima dell’inizio del prossimo anno scolastico. Con lei vogliamo parlare di povertà scolastica, perché è importante superare l’effettivo gap educativo dei nostri giovani così impietosamente certificato dalle prove Invalsi. I nostri ragazzi, attualmente in grave carenza di contenuti didattici e di apprendimento devono recuperare».

«Le nostre strutture scolastiche, i mezzi di trasporto, gli ambienti per le mense, le palestre, le aule informatiche spesso sono assenti e fatiscenti (e ce ne vergogniamo) e gli alunni ammassati in ambienti promiscui. Africo, Careri, Plati e San Luca hanno diritto, anche più che altri, a scuole lucide e brillanti, perché i nostri studenti restino agnelli e diventino competenti artigiani, stimati professionisti, dottori e professori e non lupi. Con pochissimi millesimi dei soldi che si vogliono spendere per riparare i danni della recente alluvione della Romagna, noi vogliamo arginare e battere le ‘ndrine nel nostro territorio».
In ultimo gli amministratori locali chiedono di istituire la figura del dirigente scolastico a tempo pieno in deroga ad ogni norma. «Perché – concludono i sindaci – solo la presenza di una tale figura può assicurare controllo del lavoro, progettazione di attività e attribuzione del merito, cose queste che sono garanzia perché l’attività scolastica funzioni e si colmi la povertà educativa che attualmente è il male maggiore della gioventù di questi territori aspromontani».

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