Caulonia, la tarantella e il festival delle polemiche. Bonelli: «Pride? Vi spiego perché»

Ancora non è iniziato, ma sta già facendo discutere, sia per la proposta artistica, finita nel mirino dell’opposizione e del fuoco amico dell’attuale maggioranza, che per la connotazione voluta dagli organizzatori. La presentazione del Kaulonia Tarantella Festival 2023, la più nota e importante kermesse di musica e cultura etnica calabrese giunta quest’anno alla 25esima edizione, ha suscitato negli ambienti politioi più di uno spunto di discussione. Nel cartellone ufficiale della manifestazione, che gode di un finanziamento complessivo di 150 mila euro tra Regione e Città Metropolitana come evento storicizzato, spiccano i nomi di Max Gazzè, dei Modena City Ramblers, di Eugenio Bennato e del raffinato trio composto da Mariella Nava, Rossana Casale e Grazia Di Michele. «La musica farà la sua parte – ha spiegato il direttore artistico del festival Massimo Bonelli – ma ci saranno anche i corsi di ballo e strumenti tradizionali, con un approfondimento culturale sul senso della kermesse, su cosa ha lasciato in questi 25 anni e dove può arrivare».

A far tuttavia discutere e ad alimentare il dibattito politico sull’evento cauloniese la locuzione “Pride” per caratterizzare l’edizione 2023. «E’ stata una scelta non condivisa – ha evidenziato soltanto pochi giorni fa l’ex sindaco Ninni Riccio – Nel cast gruppi schierati politicamente tutti da una parte scelti da un’amministrazione che ha votato Lega e dice di avere in tasca la tessera di Forza Italia».

A spegnere le polemiche per un festival che proverà a declinare il suo programma non soltanto attraverso la musica dal vivo, ma anche integrando appuntamenti di riflessione e confronto su tematiche culturali, sociali e civili, è stato lo stesso Bonelli. «Il termine “Pride” significa orgoglio – ha precisato – l’orgoglio di un ballo che vuole raccontare una storia antica, quella di un ballo che mette in piazza persone di diverse idee e ceti sociali che insieme ballano e condividono un momento. Vogliamo accendere una discussione affinchè non sia soltanto una festa della musica».

A coordinare e moderare gli appuntamenti ci sarà Paolo Patanè, noto attivista, consulente culturale e istituzionale, già presidente di ArciGay, che accompagnerà il pubblico attraverso tre incontri di approfondimento e riflessione sui concetti di identità, lontananza, diversità e inclusione.

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