MITI E MISTERI METROPOLITANI | Bagnara e la leggenda di Gaziano

Adagiata sulla costa tirrenica in una meravigliosa osmosi di terra e mare, la ridente Bagnara deve la sua origine alla struggente storia d’amore tra un pastorello e una ninfa. Una storia che scomodò persino la dea Teti, moglie di Oceano e madre di tutti i corsi d’acqua.

Il pastorello e la ninfa che gli fece perdere la testa

Secondo le leggende, infatti, la titanica Teti aveva al suo seguito una folta schiera di ninfe, tra cui v’erano le Nereidi, e proprio una di queste fece perdere la testa al mitico Gaziano, grazie al cui sacrificio nacque, appunto, Bagnara Calabra.
Gaziano era un giovane pastore che trascorreva le giornate conducendo il gregge al pascolo e dilettandosi a suonare un flauto costruito con le sue mani. Un giorno, mentre era assopito all’ombra di un grande albero, in sogno, vide emergere dai flutti del mare una bellissima fanciulla. Attratto da quella visione si svegliò e, abbandonato il gregge, scese per i pendii in cerca dell’incantevole creatura ma la ricerca fu vana.
Nei giorni seguenti, la visione ammaliatrice tornò più volte e Gaziano andava a cercarla senza risultati, lasciando una rosa nei luoghi dell’apparizione come un pegno d’amore.

Il viaggio di Gaziano

Ormai innamorato perso, il pastorello decise di costruire una zattera nel tentativo di ritrovare la ragazza, ma, una volta partito, in balia delle correnti marine, finì per approdare allo Stromboli.
Si imbatté nella grotta di Eolo, il dio dei venti, alla cui corte rimase a lungo imparando i segreti della navigazione e della pesca, ma sempre con il pensiero rivolto alla fanciulla che aveva incantato il suo cuore.
Il dio, allora, mosso a compassione, lo indirizzò verso la reggia di una virtuosa maga che l’avrebbe aiutato a trovare l’amata. Da lei Gaziano apprese che la fanciulla di cui era innamorato era una ninfa, figlia di Teti, regina delle acque. Per cui, per ritrovarla, avrebbe dovuto ingraziarsi il favore della madre.
Così, dopo tante vicissitudini, con l’aiuto di un vento favorevole, tornò nella sua terra e offrì alla dea un sacrificio, invocando la grazia di rivedere la ragazza dei suoi sogni.
Subito apparve una grande conchiglia dalla quale Gaziano vide uscire la fanciulla amata. Con il cuore in tumulto, cadde in ginocchio e le confessò il proprio amore ma la ninfa sparì nuovamente senza neanche parlare.


ll torrente Gaziano e la nascita di Bagnara


Distrutto dal dolore, il ragazzo scoppiò a piangere gettandosi a terra. Tante furono le lacrime versate che si trasformarono in un impetuoso torrente, le cui amare stille scorrevano verso il mare consentendogli di raggiungere per sempre la sua amata.
Proprio dal greto di quel torrente, che ancora oggi scorre nei pressi della Marinella, ebbe origine l’antica Gaziano, l’odierna Bagnara.

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