Chiusura Jonio-Tirreno e sanità, a Locri un dibattito in piazza

di TONINO RACO

«È impensabile che la Regione Calabria vada a predisporre un piano di chiusura di un’arteria così importante senza prevedere quelle che sono le alternative percorribili e praticabili in caso di chiusura. Questa è una scelta folle, frutto di una politica incapace, inadeguata a governare le emergenze della Calabria». È il commento di Pino Mammoliti, presidente del Tribunale del Malato, a margine dell’incontro-dibattito da lui organizzato e svoltosi in Piazza Nassirya, a Locri, sui temi legati alla chiusura, per almeno 20 mesi, della strada di grande comunicazione Jonio-Tirreno dal mese di gennaio per lavori urgenti. Una problematica che andrà ad incidere inevitabilmente sulla sanità, compromettendo l’interscambio sanitario tra gli ospedali di Locri e Polistena. «Da questo incontro – ha aggiunto Mammoliti – vorrei che cominciasse un nuovo percorso di rivoluzione sociale e civile, non dobbiamo arrenderci davanti al pregiudizio e alla rassegnazione».

Un incontro che ha visto la partecipazione di cittadini, rappresentanti istituzionali locali e regionali, un modo per provare a farsi sentire, una richiesta di aiuto alle autorità competenti affinché si possano avere risposte certe tanto sulle tempistiche quanto sui percorsi alternativi e sulla messa in sicurezza di questi ultimi. «Non si può parlare prima di 10 mesi, poi di 20 e via dicendo perché un cronoprogramma dei lavori deve avere una sua definizione certa – ha spiegato il presidente dell’assemblea dei sindaci della Locride, nonché sindaco di Bovalino, Vincenzo Maesano -. Attraverso l’assessore regionale Giovanni Calabrese e gli altri consiglieri presenti in assemblea – ha aggiunto Maesano – abbiamo deciso di chiedere al presidente Occhiuto, quale autorevole e credibile interlocutore del Governo nazionale, che si faccia portavoce di questa problematica affinché venga portata sul loro tavolo».

Nel corso dell’incontro sono state inoltre evidenziate le criticità che interessano il nosocomio locrese e che sono state messe nero su bianco e indirizzate al presidente della Regione e commissario alla Sanità Roberto Occhiuto e al direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria Lucia Di Furia. Nel documento si chiedono: «Risposte concrete alle non più procrastinabili emergenze dovute alla mancanza di medici».

In particolare: «Nella divisione Cardiologia -Utic mancano, oltre al Primario, almeno cinque medici, di cui uno impiantista di pacemaker, per affrontare le emergenze quotidiane; 

In Radiologia è urgente il potenziamento del personale medico, perché solo tre radiologi, compreso il Primario, non possono reggere il peso della continua utenza. Sarebbe opportuno fare rientrare i medici che hanno ottenuto il distacco in altre sedi pur essendo stati assegnati all’ospedale di Locri; Nel reparto di Pediatria il personale medico è costretto a turni stremanti e al limite della sofferenza fisica. Avere almeno altri due pediatri è quanto mai necessario; La divisione di Nefrologia e Dialisi, dove si registrano quasi cento utenti al giorno, è sorretta da soli tre medici; A breve l’Urologia rimarrà con soli due medici, in quanto il terzo è prossimo al pensionamento;  La Gastroenterologia ha un solo medico che esegue esami di diagnostica (colon e gastroscopia), necessita, almeno, di altre due unità»

A testimoniare la propria vicinanza e l’attenzione alle strutture ospedaliere di Locri e Polistena, penalizzate dalla chiusura della strada, la garante della salute della regione Calabria Anna Maria Stanganelli: «Da parte dell’ufficio del garante della salute l’attenzione è altissima, è opportuno che si avvii un tavolo di concertazione con tutti gli attori coinvolti affinché ciascuno, per le proprie competenze, possa indicare soluzioni adeguate e veloci in grado di rispondere ai bisogni dell’utenza e soprattutto fornire servizi adeguati al presidio».

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