STILI & TENDENZE| A Reggio è “Baby shower” mania

Anche a Reggio è Baby Shower mania. Chi non si è perso una puntata di Sex & The City sa benissimo di cosa stiamo parlando, visto che in uno degli episodi Carrie si presenta proprio al baby shower di Miranda organizzato da Charlotte con una torta a tre piani fatta di pannolini. La tradizionale festa a stelle e strisce per la futura mamma ha preso piede, ovviamente, anche in Italia e in particolare qui a Reggio, sia propriamente intesa che nella versione “gender reveal”.

Ne abbiamo parlato con Olga Latella, professionista nel settore degli allestimenti e delle decorazioni per vari eventi, baby shower compreso, e con una giovane mamma in dolce attesa della figlia Sole.

Baby Shower, cos’è esattamente

Ma cos’è esattamente un baby shower? Letteralmente “una doccia di regali”, è, in sostanza, una festa che amiche e/o parenti dedicano alla futura mamma e al bambino che verrà al mondo, con un tripudio di giochi, dolci e regali di buon auspicio. È un party, di regola, tutto al femminile, un momento intimo e divertente da condividere con amiche, colleghe e sorelle della futura mamma, che in genere si festeggia al settimo mese di gravidanza, considerato un periodo ideale in quanto lontano dal parto e dai primi mesi che sono più a rischio. Le invitate si presentano con dei pensierini per il bebè e la prassi è cosi diffusa nel Belpaese che anche i negozi di articoli per bambini ormai oltre alle liste nascita hanno anche le liste per il baby shower, sì da evitare duplicati e oggetti inutili per mamma e figlio.


Normalmente, si festeggia in casa, in una sala da tè o in locali adatti all’occasione, che vengono preventivamente allestiti e accompagnati da una merenda e da una torta, e si trascorre facendo giochi di società attinenti alla maternità, come indovinare la data di nascita (se parto naturale), infine si aprono i regali e le invitate alla fine ricevono un ricordino del bel momento trascorso insieme.
Più “eccitante” è il gender reveal, che nello specifico è il party in cui i genitori scoprono se il bimbo in arrivo è un maschio o una femmina. È una festa di rivelazione di genere come dice il nome, che coinvolge amici stretti e familiari e che si organizza dopo il terzo mese, non appena c’è certezza del sesso del nascituro (che ovviamente i genitori non dovranno sapere).

A differenza del baby shower non è tutto dedicato all’universo femminile, ma c’è spazio anche
per gli uomini, quanto meno per il papà!

Che riscontro sta ottenendo il baby shower a Reggio?

Reggio non si smentisce in fatto di mode e infatti il baby shower, soprattutto nella sua variante del gender reveal, ha preso parecchio piede. «Negli ultimi anni è diventata una festa molto richiesta» conferma, infatti, Olga Latella di “Creazioni, Arte e Decori”, che da circa 12 anni esercita la professione di allestitrice e decoratrice per gli eventi più vari, dai battesimi alle comunioni, passando per i compleanni e da qualche tempo anche per i baby shower.

«In genere funziona così, non appena i genitori hanno la conferma degli esami che rivelano il sesso del bambino, più o meno al terzo mese, mi contattano per organizzare una festa per condividere con i parenti più intimi o con gli amici il momento della scoperta» spiega la Latella. Ovviamente «né loro né nessun altro conoscono i risultati che mi vengono inviati in genere direttamente dal ginecologo, via mail o via WhatsApp. Per cui sono soltanto io a conoscere il sesso del bambino e il ginecologo, o al massimo un parente stretto del nascituro. A quel punto si inizia a preparare la festa insieme ai genitori, in base a quello che vogliono o hanno la possibilità di realizzare e al numero di persone che vogliono invitare» prosegue Olga Latella. Le scelte sono le più svariate: «c’è chi decide di festeggiare a casa con i parenti più intimi, chi al ristorante, chi in pizzeria invitando anche gli amici. Si fa un rinfresco, qualcuno opta per la cena, altri per un gelato o un aperitivo. Io a quel punto curo tutto
l’allestimento, la parte decorativa».


E qui c’è l’imbarazzo della scelta, sulla scelta degli oggetti in grado di rivelare il sesso del bebè. Si va dal palloncino che nasconde al suo interno una pioggia di coriandoli rosa o azzurri in base al sesso del bambino e che viene scoppiato per l’occasione, stile pentolaccia, ai fumogeni, alla scatola che rivela il sesso del bebè quando viene aperta. Qualcuno, invece, riserva la sorpresa al momento del taglio della torta che nasconde al suo interno il “segreto”. Nella copertura c’è scritto in genere “boy or girl” e quando viene tagliata se dentro è al gusto fragola allora sarà una bambina, se è al gusto “puffo” sarà un maschio.
«Addirittura abbiamo organizzato anche una festa sul mare con veri e propri fuochi d’artificio azzurri o rosa. Insomma ci sono varie tipologie, si sta andando sempre più avanti in questo campo di allestimenti. Proprio in questi giorni, sto allestendo un baby shower direttamente in un lido sulla spiaggia – conclude
Olga – e confido che sarà bellissimo».

Il party per mamma Silvia e Sole

Ricorda piacevolmente il suo gender reveal, organizzato proprio da Olga Latella, mamma Silvia in attesa di una bimba che si chiamerà Sole. «Il sesso è stato scoperto proprio durante la festa che abbiamo organizzato al terzo mese di gravidanza. Appena abbiamo avuto l’esito degli esami, il ginecologo l’ha scritto in una busta chiusa e noi l’abbiamo portata ad Olga per l’allestimento della sorpresa» racconta infatti.
Tra le varie modalità di festa, «abbiamo scelto di fare un aperitivo in un locale insieme ai parenti e agli amici più stretti. Abbiamo optato per dei gadget: dei braccialetti con su scritto “team boy” e “team girl” in base a quale sesso gli invitati preferivano avesse il bambino e ciascuno indossava il relativo
bracciale».

Poi, «avendo già un maschietto più grande appassionato di calcio, abbiamo scelto di far tirare un pallone in rete a lui. All’interno del pallone c’era una polvere del colore del sesso. E quando mio figlio ha tirato e l’ha fatto scoppiare è stata un’esplosione di rosa» continua Silvia. Una piacevole sorpresa »perché non ce l’aspettavamo, pensavamo fosse un altro maschio».

Il marito è stato coinvolto o è rimasta una figura marginale?

«Ovviamente all’inizio si è adattato – risponde Silvia – ma poi gli è piaciuto moltissimo, anzi quando ha scoperto che c’era anche la possibilità di scoprire il nome, scegliendolo con il metodo dei palloncini, ha detto peccato, avremmo potuto farlo così». Anche se, conclude, «Sole è un nome bellissimo!».

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