Locri, alla Festa dell’Unità discussioni sul tema “Sanità Regionale. Proposte per superare la crisi”

La Sanità deve recuperare i principi di universalità, equità ed uguaglianza. Il rafforzamento della Sanità pubblica è una delle priorità che il Partito Democratico nazionale ha deciso di mettere al centro del dibattito politico, una delle conquiste più importanti del nostro Paese, di valore incalcolabile.
“Sanità Regionale. Proposte per superare la crisi”, è stato il tema inserito nella seconda giornata della Festa dell’Unità, organizzata dal Circolo PD di Locri.
Grazie agli interventi di qualificati relatori, sono state discusse ed approfondite alcune proposte che il Dipartimento sanità e salute del Circolo cittadino ha elaborato e che sono state consegnate al segretario Provinciale, presente al dibattito.


La discussione, che volutamente ha evitato di soffermarsi su criticità, cause e responsabilità, di cui tanto è stato detto e scritto, si è focalizzata su cosa fare per non disperdere definitivamente i traguardi raggiunti, adeguandoli a quelli che sono i bisogni attuali. Di seguito, alcune delle azioni principali proposte.

  • Recuperare, prioritariamente, lo spirito della legge che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale, la 833/78, adeguandola ai nuovi bisogni legati ai cambiamenti demografici ed epidemiologici.

La senatrice Tina Anselmi, che di quella straordinaria riforma è stata l’artefice, ammoniva dicendo: «Le conquiste raggiunte non sono mai per sempre. Recuperare i principi di universalità, equità ed uguaglianza, i valori che hanno reso straordinaria quella riforma, dovrebbe essere l’obiettivo strategico prioritario per evitare le disparità dell’attuale sistema che implica diseguaglianza e disparità di diritti».

  • Utilizzare al meglio la grande occasione del PNRR per recuperare il divario con le regioni del nord, motivo per il quale questi finanziamenti sono stati dati. La scelta del Governo di rimodulare il PNRR e di spostare cospicue risorse, oltre 15 miliardi, su altri progetti, mette a rischio tutto questo.
  • Definanziare la Sanità pubblica è un errore gravissimo. Un Servizio Sanitario, equo e generale, ha bisogno di maggiori finanziamenti, cosa che questo Governo non sembra intenzionato a fare. Anzi, il rapporto spesa sanitaria/PIL che nel 2020-2021 era stato portato al 7.3 %, è sceso al 6,6 % nel 2022 ed è previsto ancora al ribasso al 6,3% nel 2023 e al 6,2% nel 2024. La media europea è del 9% ed alcuni Paesi, come Francia e Germania, sono oltre il 10 %.
  • Migliorare le condizioni di lavoro e le retribuzioni degli operatori sanitari per cercare di frenare la fuga di medici e di infermieri verso il privato. Non ci può essere speranza di rilancio, specie nei territori come il nostro, senza un significativo cambio di rotta. I nostri ospedali hanno bisogno, per essere attrattivi, di recuperare, soprattutto, il capitale umano che è stato colpevolmente disperso.
  • Aumentare le borse di studio di specializzazione, considerata la carenza di medici specialisti, con risorse proprie, regionali, aggiuntive. Servono soluzioni che diano almeno una prospettiva,
    all’emergenza non è possibile rispondere solo con soluzioni emergenziali. Per concorrere su questi posti aggiuntivi, oltre ad essere residenti nella regione, è richiesto l’impegno, una volta conseguito il diploma di specializzazione, di prestare la propria attività lavorativa nelle strutture regionali per un periodo di 5 anni. Nel 2022 sono state solo 4 le borse di studio finanziate dalla Regione Calabria. Nello stesso anno, la Sardegna ha investito risorse proprie per finanziarne 224 e, per l’anno 2023, sono previste 259 in area medica e 81 in area sanitaria non medica (infermieri, tecnici, biologi), con uno stanziamento in bilancio rispettivamente di 6.475.000 e di 939.000 euro.
  • Ampliare l’accreditamento delle strutture collegate da inserire nelle reti formative di specialità in modo da consentire la partecipazione degli specializzandi nei concorsi pubblici indetti dalle aziende sanitarie, che dovrebbero avere un ruolo ancora più attivo nel processo formativo professionale.
  • Aumentare il numero delle lauree di professioni sanitarie non mediche che sono particolarmente carenti come, ad esempio, infermieri, tecnici, fisioterapisti, di cui ci sarà, nel futuro, con l’avvio delle Case di Comunità e gli Ospedali di Comunità, sempre maggiore necessità. In quest’ottica, sarebbe utile, da subito, ripensare i rapporti interprofessionali, definire meglio le nuove competenze, potenziare le dinamiche di lavoro in team e l’utilizzo appropriato della telemedicina.
  • Ripensare i modelli di cura in relazione ai cambiamenti demografici ed alle mutate condizioni epidemiologiche. In una Sanità che deve guardare avanti, la medicina territoriale è la leva fondamentale per produrre cambiamento e per rendere più sostenibile il sistema di cure. Eppure, nel nostro territorio non si è riusciti a fare nessuna esperienza in tal senso, vedi la mancata realizzazione della Casa della Salute di Siderno e delle nuove forme di aggregazione dei medici di medicina generale (AFT e UCCP) che, nella Locride, sono ancora un miraggio. Implementare queste reti professionali è di fondamentale importanza per la continuità delle cure dopo la dimissione ospedaliera, per la condivisione e la gestione dei programmi di follow-up, per l’assistenza domiciliare, per la riabilitazione fisica e psico-sociale in continuità anche con i servizi sociali.
    Per sostenere le istanze dei cittadini calabresi, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, sarà a Vibo Valentia, domenica 3 settembre, a conclusione della Festa Regionale dell’Unità.
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