Bimba autistica allontanata dalla chiesa, Crea: «Fatto grave»

«Circola sulla rete una notizia di una lettera di un padre, indirizzata a monsignor Oliva vescovo di Locri con cui si segnala il triste episodio di una ragazzina autistica di 3 anni che sarebbe stata allontanata dalla chiesa perchè disturbava la funzione del matrimonio della sorella del papà. Nella mia schiettezza che mi contraddistingue, sia per i ruoli associativi che ricopro sia da genitore di una ragazza autistica di 21 anni la cosa non mi scandalizza e il motivo è da ricercare nel fatto che inclusione e integrazione sono parole e atti che non rientrano nel comune modo di pensare». Così in una nota il presidente dell’associazione Adda Vito Crea.

«L’accaduto è grave perchè perpetrato all’interno di un luogo sacro e di fede ma è assimilabile totalmente al modo che qualsiasi ambiente sociale, culturale, istituzionale riserva ai fragili e chi necessita di protezione, tutela e diritti. Giova ricordare che incominciando dall’ambiente scolastico, a causa di poca professionalità e competenza, riserva agli alunni disabili e che la molteplicità dei professionisti del sostegno usano come corsia preferenziale per una occupazione.

«Che dire poi delle Istituzioni di prossimità (Comuni) che negano diritti fondamenti in ambito sociale che rientrano nelle funzioni di competenza? Che dire del social businness che regna nei percorsi riabilitativi e che il pubblico non riesce a garantire capillarmente e porta le famiglie al suicidio economico e all’abbandono delle proprie attività per dedicarsi al sostegno del disabile?

Che dire degli ambiti sociali che non garantiscono servizi essenziali come la presa in carico e il supporto famigliare? Che dire dei milioni di euro che si perdono per mancata programmazione o ancora peggio per spese non consoni alle linee guida ministeriali? Qualcuno si è mai posto il problema di quale fine fanno gli autistici nel momento del raggiungimento della maggiore età?».

«Non mi meraviglia pi niente e non ci resta che sperare di avere la forza di inventarci qualcosa prima che sia troppo tardi. A coloro che si riempiono la bocca di solidarietà, a coloro che sfruttano la disabilità e le famiglie per puro calcolo economico, a coloro che fanno da dame di compagnia mascherati da professionisti della riabilitazione o peggio che dispensano consigli e fanno sentire le famiglie vittime di ogni cosa dico solo che: se esiste un essere superiore e se esiste un giudice divino dovrete dare conto e siate maledetti per ogni azione fatta nei confronti di chi non ha voce» conclude Crea.

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