Terremoto in Marocco, Hassan Elmazi: «I reggini ci sono stati vicini nel dolore»

Un dramma terribile. Una devastazione che ha colpito anche luoghi già poveri. Il fortissimo sisma che ha distrutto tante zone del Marocco ha avuto grande eco anche nella città dello Stretto che ben conosce la morte e il lutto dei terremoti e soprattutto perchè Reggio ospita una comunità marocchina da anni integrata nel tessuto cittadino.

Ad Hassan Elmazi, sindacalista della Uil e portavoce della comunità in città, abbiamo chiesto ragguagli su ciò che è accaduto e sulla situazione. «I soccorsi continuano a scavare alla ricerca di superstiti ma, col passare delle ore, le speranze si affievoliscono. Tante persone qui hanno avuto delle perdite di familiari, hanno visto le loro case distrutte. Il barbiere che c’è a piazza del Popolo ha visto morire i parenti della moglie che risiedevano nella zona più colpita nei pressi di Marrakech. La notizia ci ha scioccati. La comunità sta cercando di organizzarsi e con l’aiuto degli italiani, nel nostro caso dei calabresi, si potranno inviare aiuti materiali, ma non solo. C’è anche un conto corrente in cui fare confluire eventuali donazioni».

La difficoltà per i soccorsi

All’inizio anche le comunicazioni, nel momento di massimo allarme sono state disagiate. Ancora oggi centinaia di persone dormono per strada per paura che la terra torni a tremare. «Molte zone colpite sono isolate – aggiunge il portavoce – state distrutte anche le strutture di base, la rete elettrica è stata distrutta e sono rimasti senza luce internet e telefonia. La gente cammina con le torce. Gli elicotteri non possono portare soccorsi perchè, trattandosi di zone montuose, non possono atterrare, cercano di lanciare dal cielo quello che possono. Non arrivano neanche i mezzi di soccorso e si usano gli animali da soma per portare via i cadaveri verso i cimiteri più vicini. Dobbiamo ringraziare le due compagnie Wind e Vodafone che hanno messo a disposizione minuti illimitati per chiamare il Marocco».

Il dolore che unisce

L’ultimo grande terremoto che ha colpito il Marocco è del febbraio del 1960, zona di Agadir. Però questa ultima disgrazia tiene unito ora più che mai il popolo marocchino. «Da nord a sud tutti si sono messi a disposizione per aiutare questi poveri. Stanno partendo per portare indumenti, prodotti alimentari con autotreni per cercare di arrivare in queste zone». Poi Hassan Elmazi parla della serata dei festeggiamenti a Reggio per la Madonna della Consolazione e della preghiera riservata dall’arcivescovo di Reggio Bova, monsignor Fortunato Morrone, alla comunità marocchina, delle preghiere insieme. «Un momento di commozione per questo gesto delle autorità religiose presenti e della vicinanza delle altre autorità».

La visita del re

Re Mohammed VI del Marocco è arrivato a Marrakech nel pomeriggio di martedì, ha visitato l’ospedale della città, dove sono ricoverati i feriti del sisma che provengono da tutti i centri colpiti e, in particolare, dalla provincia di El Haouz. «Si è messo a disposizione per mantenere le spese sanitarie e occuparsi dei bambini rimasti orfani» ha spiegato Elmazi.

La vicinanza del popolo di Reggio

«È stata veramente incredibile la vicinanza di Reggio. Ci hanno accolti nel nostro dolore che se fossimo dei familiari. Da quel momento ho ricevuto centinaia di telefonate di cordoglio, anche per strada ci hanno chiesto notizie e manifestato la loro vicinanza».

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