Giangurgolo, la maschera calabrese che anima il Carnevale in tutta Italia

Sarebbe nata a Napoli, la maschera di Giangurgolo. C’è notizia di un attore, Natale Consalvo, che a Napoli vestiva in teatro i panni di Capitan Giangurgolo nel 1618. La sua ispirazione, tuttavia, sarebbe calabrese come la sua storia.

Nel 1596 nel convento delle Suore di Santa Maria della Stella di Catanzaro, fu trovato un bimbo. Il nome Giovanni derivò dal Santo del giorno del ritrovamento, il 24 giugno. Si narra che Giovanni, durante una battuta di caccia, dopo il vano tentativo di salvare uno spagnolo aggredito da briganti, di costui fu nominato erede in segno di gratitudine. Unitamente alle ricchezze ricevette anche una lettera in cui si rivelava come salvare la città dalla dominazione spagnola.

La storia

Lì finirebbe la storia di Giovanni e inizierebbe quella di Alonso Pedro Juan Gurgolos in lotta contro l’occupazione spagnola. Si narra che Alonso Pedro Juan Gurgolos, uno dei nomi che darebbe le origini a Giangurgolo, iniziò, con l’ausilio di un teatro ambulante, a mettere in scena spettacoli satirico politici, incitando il popolo alla rivolta. Un’attività che lo espose al punto tale da essere motivo di condanna a morte. Fuggì in Francia. Di ritorno a Catanzaro afflitta dalla peste, ritrovò il suo amico Marco ma contrasse anche lui il male che gli fu fatale. Morì.

Le origini del nome

Il nome Giangurgolo sarebbe anche legato al significato di “bocca larga” o “grande bocca”, propria di un personaggio ingordo dotato di appetito insaziabile, ma soprattutto spaccone, di molte parole e di pochi fatti. Il nome richiamerebbe anche mal auguranti uccelli notturni (gurgolo, gufo, civetta) unito a Gianni, lo Zanni nella Commedia dell’Improvviso, da qui Giangurgolo.

Insomma variegato il ventaglio di ipotesi legate all’origine del solo nome di questa maschera ispirata a un calabrese ma nata alle pendici del Vesuvio. Una maschera poi ha ritrovato in Calabria la sua terra eletta, spopolando nella Commedia dell’Arte e dominando la scena tanto in strada quanto in teatro. Essa trovò anche spazio nei più grandi teatri italiani accanto alle blasonate maschere di Pulcinella e Arlecchino.

La diffusione a Reggio

Pare che la maschera di Giangurgolo sia approdata poi a Reggio per ridicolizzare i cavalieri siciliani “spagnoleggianti” e decaduti, intorno alla metà del XVII secolo.

La maschera dunque sarebbe nata come caricatura dei dominatori spagnoli, inutili eroi, bravi soltanto con le chiacchiere, boriosi dediti alla ingordigia, arroganti, millantatori e codardi, dei tracotanti degli ufficiali spagnoli, irriverenti ed insolenti, presenti a quel tempo nel Meridione.

Sono prevalentemente negative le sue caratteristiche: ubriacone, traditore, bugiardo, ladro, spione e infido. Un calabrese, dunque, avrebbe ispirato gli autori napoletani del Seicento. Ne sarebbe nata una maschera grottesca, variante di quella del Capitano sbruffone e vanaglorioso.

Giangurgolo sarebbe così assurto ad una delle varianti di Zanni, un tipico personaggio della commedia dell’Arte. La stessa parola Zanni è rimasta nel dialetto reggino, in espressioni come “fari u Zannu” ossia “fare uno scherzo” o l’espressione “Zanniare” che vuol dire “scherzare” appunto.

La maschera

«Giangurgolo ha un naso enorme ed una spada lunga al fianco, un cappello a cono, un corpetto stretto e colorato sopra una bianca camicia e pantaloni a sbuffo a righe gialle e rosse che oltre a riprodurre i colori del regno degli Aragona rappresentano anche i colori di Catanzaro». È quanto si legge nella scheda relativa alla maschera redatta dal Centro coordinamento maschere italiane del cui direttivo è componente, come rappresentante della nostra Regione, l’attore catanzarese Enzo Colacino. Grazie a lui la maschera di Giangurgolo è presente nelle più importanti manifestazioni carnevalesche italiane.

Domani anche Giangurgolo sfilerà al Carnevale di Venezia, rappresentando la Calabria tra le otto maschere individuate dall’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia per celebrare i Carnevali della Tradizione.
Essi sono inseriti nel palinsesto di spettacoli diffusi in Piazza San Marco e nei teatrini del Venice Carnival Street Show.

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