Giustizia, Veneto: «Nessuno mi ripagherà 4 anni di sofferenze»

di Armando Veneto*

Approfitto della cortesia della stampa per esprimere sentimenti di gratitudine per l’ampia comunicazione della mia assoluzione (per non aver commesso il fatto accaduto nel 2009 e per il quale ero stato condannato in primo grado) decisa dai giudici della Corte d’Appello di Catanzaro.

L’occasione è propizia per ritornare sull’argomento e riflettere insieme ai tanti amici che non hanno mai creduto nel mio coinvolgimento nell’episodio della corruzione di un magistrato e per ribadire quanto ho sempre pensato a proposito del possibile errore di un giudice e della riparazione che il sistema prevede, così come è avvenuto nel mio caso.

La giustizia è degli uomini e, quindi, può anche sbagliare: l’importante è porre riparo ad eventuali errori, approfondendo la conoscenza dei fatti, senza prevenzione e con il rispetto del fondamentale principio della innocenza fino a tanto che il processo non giunga alla sua conclusione.

Missione che l’Avvocatura deve svolgere con dignità e fermezza, perché la assoluzione conseguita possa essere occasione di un confronto vissuto con stile e con la garanzia della libertà del giudice, senza mai trascendere in preconcetti, superficialità e opportunismi.

Certo i 4 anni di sofferenze non mi saranno ripagati. Ma serviranno per rafforzare la battaglia quotidiana per la tutela dei diritti dei cittadini con rinnovato vigore, che ho portato coerentemente avanti nel corso di tutta la mia attività professionale e nell’adempimento degli incarichi pubblici da me rivestiti

*Avvocato penalista

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