Reggio, a Villa Gullì in preghiera per condividere le fragilità e la speranza della Resurrezione – FOTO e VIDEO

«In un momento buio della mia vita, sono andato a fondo ma mi sono rialzato. Con dignità. La Piccola Opera mi ha aiutato. Adesso il mio cammino prosegue. Questo appuntamento annuale con la via Crucis per me è speranza». Anche Davide, che vive a Villa Falco a Melito Porto Salvo, è caduto e si è rialzato. Come ha fatto Gesù lungo il Calvario verso la Croce. Come accade in ogni istante in un numero infinito di esistenze. Un cammino di dolore, consolazione e rinascita profondamente universale che da oltre trent’anni l’associazione Piccola Opera Papa Giovanni di Reggio Calabria rievoca. Lo fa in modo animato, riunendo tutte le persone fragili di cui quotidianamente si prende cura. Una preghiera corale che, celebrando la Resurrezione di Cristo, invita a realizzare i sogni di Dio.

Un cammino in mezzo al verde, nel cuore della zona sud di Reggio Calabria, nello spazio che abbraccia la casa donata dalla famiglia Gullì alla Piccola Opera e che ospita persone con disabilità coinvolte nel progetto “Dopo di noi”. È uno dei 23 servizi della Piccola Opera, attivi a Reggio.

L’associazione, con tutte le realtà nate sulle orme degli insegnamenti di don Italo Calabrò (al centro di un processo di beatificazione avviato lo scorso settembre), promuove questa intensa via crucis. Da un decennio essa si svolge a villa Gullì, dove lungo i campi che circondano la casa, sono state allestite le 14 stazioni che diventano meta di questo intenso pellegrinaggio.

I sogni di Dio

«Il tema di quest’anno – ha spiegato il socio fondatore della Piccola Opera Papa Giovanni e animatore della via Crucis, Mimmo Nasone – è emerso durante durante uno degli incontri con i nostri ragazzi. A Catona, riflettevamo sulle parole di papa Francesco, quando un giovane “ha corretto” il Papa dicendo che Dio non ha un sogno solo ma tanti. Da qui il tema di questa edizione, sempre creativa e molto partecipata da tutti gli ospiti delle tante comunità della Piccola Opera Papa Giovanni: i Sogni di Dio.

Ogni giorno nelle relazioni, nell’impegno accanto ai nostri amici, alimentiamo la voglia di vivere e costruire, nonostante i pesi fisici e psichici delle malattie, nonostante i dolori e i travagli di questo frangente storico È Papa Francesco a richiamarci all’attenzione verso il Prossimo. Vorremmo che questo momento di grande condivisone a Villa Gullì diventi segno speranza e di rinascita per tutta la comunità».

La grazia della condivisione della Croce

A causa di una indisposizione di don Antonino Iachino, la via Crucis è stata guidata da don Nino Pangallo, rettore del seminario Poi IX di Reggio Calabria.

«È una grazia andare incontro alla Resurrezione del Signore praticando il senso autentico della condivisione della Croce della sofferenza. Quella croce che Simone il Cireneo, stanco dal lavoro, non voleva imbracciare, per aiutare Gesù lungo la via dolorosa, e che poi non ha più dimenticato. E, infatti, la via Crucis che si sceglie di fare in questo luogo non si dimentica. È un cammino insieme a chi è più fragile e a tutti coloro che stanno accanto alla fragilità umana e la condividono. Ringraziamo, profondamente per questo tempo in cui si incontrano le nostre storie e le nostre vite per seminare dentro e fuori di noi la speranza.

In questo tempo di guerra, essa è anche e soprattutto una speranza di Pace. Preghiamo insieme per scalfire l’indifferenza, per sostenere il dialogo e le relazioni e alimentare la consapevolezza. Anche se faticoso da capire e accettare, la debolezza e la fragilità, come il Signore ci insegna proprio a Pasqua, sono quella parte di noi che dobbiamo accogliere per intraprendere insieme la via per Salvezza. Questo luogo, dunque, diventa segno di questo cammino che si rinnova nella condivisione e nella speranza». Così don Nino Pangallo.

Mentre sventola la bandiera della Pace, si snoda il cammino immerso nel verde. Ad ogni stazione, canti e preghiere scandiscono il cammino arricchito dalle canzoni di Fiorella Mannoia (Ho imparato a sognare), Roberto Vecchioni (Sogna, ragazzo sogna), Franco Battiato (La Cura).

Ascoltare insieme la parola di Dio

«Questa via Crucis per noi è un bel momento di partecipazione. A esso abbiamo sempre tenuto in modo particolare. Ascoltare la parola di Dio tutti insieme, non è come farlo in privato. Siamo una grande famiglia e questo momento per noi è preziosissimo. Sentire la speranza nel cuore diventa una tappa del nostro cammino l’uno accanto all’altro con la consapevolezza che tale speranza è messa a dura prova dalle molteplici difficoltà quotidiane. Ma è proprio la condivisione a generare nel nostro cuore un’eco di gioia e speranza che dura nel tempo e ci sostiene». Così Piero Siclari, presidente dell’associazione Piccola Opera Papa Giovanni di Reggio Calabria.

Insieme lungo la via dolorosa


«È per noi tutti un momento di fraternità in cui lo spirito di comunità unisce in modo ancora più profondo tutti gli ospiti delle singole case. Si lavora insieme agli operatori, ai ragazzi del servizio civile, ai volontari. Le realtà di accoglienza e di sostegno che Piccola Opera Papa Giovanni ha disseminato sul territorio sono tantissime e costituiscono un punto di riferimento saldo per chi convive con disabilità e mentali, donne in difficoltà, persone che necessitano di essere supportate. Un aiuto che, quando presenti, si estende anche alle famiglie. In questo momento ci si ritrova tutti insieme per vivere un importante momento di preghiera e Fede». Così racconta la socia della Piccola Opera Papa Giovanni, Elena Sgrò.

La preghiera e la gioia

Una preghiera che è incontro tra persone e storie, un intreccio saldo di relazioni e una essenziale sorgente di gioia e speranza anche per i familiari, come ci racconta Gianni Sidari, papà di un ospite di Villa Falco a Melito Porto Salvo.

«Ci sentiamo un’unica famiglia e in questo momento di cui tutte le strutture si incontrano, ci ritroviamo a condividere percorsi ed esperienze di vita non facili. Tutto questo ci dà forza e soprattutto aiuta i nostri figli a sperimentare una condizione di normalità e benessere. La Piccola Opera Papa Giovanni porta avanti un lavoro importantissimo di cui ci sentiamo quotidianamente parte attiva, assistendo alla rinascita dei nostri figli. Mio figlio sta molto meglio da quando frequenta Villa Falco. Vederli qui tutti insieme è davvero bellissimo. Troppo spesso questi giovani vengono allontanati e invece devono essere accolti. L’esperienza della Piccola Opera testimonia come, creando il contesto giusto, alcuna differenza esiste. Siamo felici e contenti della nostra esperienza e siamo entusiasti di questa via Crucis in cui la preghiera incontra la gioia. Una perfetta sintesi tra festa e profondo raccoglimento». Questa la testimonianza del familiare Gianni Sidari.

Gli ultimi che sono i primi

«È sempre un momento molto forte e molto intenso che incarna il senso autentico della Pasqua e della Resurrezione. Accanto a chi vive e porta ogni giorno la croce, sperimentiamo anche noi la sofferenza e la forza necessaria per sperare e andare avanti. Vedere e sentire queste persone così amate e così importanti per le nostre vite, stride con la condizione in cui spesso restano quando si trovano ai margini, rimanendo invisibili nella società. Per noi sono, invece, così importanti. In questa consapevolezza, ci rendiamo conto che per Dio lo sono ancora di più e che, dunque, siamo parte, nel nostro piccolo, di questo amore immenso che non va disperso ma custodito. È il bene più grande che con loro nelle nostre giornate, noi abbiamo il dono di avere anche nella nostra vita». Così Elisa Vadalà che da 18 anni ormai gestisce il laboratorio artistico Artinsieme con persone diversamente abili in una struttura accanto a villa Gullì.

Don Italo Calabrò, un dono per la comunità reggina

La via Crucis si è conclusa con la Preghiera per la beatificazione del Servo di Dio, sacerdote Italo Calabrò, al quale fin dalla fine degli anni Sessanta si ispira la Piccola Opera Papa Giovanni nel suo servizio costante al prossimo e agli Ultimi.

«O Dio, Padre della vita, che in Cristo tuo Figlio, hai rivelato la pienezza del tuo amore e con il dono dello Spirito Santo hai aperto le nostre menti e i nostri cuori, ti ringraziamo per averci donato il Servo di Dio Italo Calabrò, sacerdote buono, amico dei più poveri, artigiano di pace, fedele servitore della tua Chiesa. Ascolta, o Padre, le nostre preghiere: fa che la sua memoria continuai ad ispirare la nostra vita; donaci la grazia di seguire il suo esempio e di continuare impregnarci, con la sua stessa incrollabile speranza e coraggiosa umiltà, per la piena liberazione della persona umana. E ti chiediamo, o Padre, fa che la Chiesa lo riconosca come testimone profetico e autentico del tuo Vangelo, ne confermi l’eroicità delle virtù, lo indichi come cristiano esemplare da imitare e venerare. Per Cristo nostro Signore. Amen».

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