martedì,Aprile 30 2024

Bovalino riabbraccia Vanni Piccolo: «Qui nessuno mi ha mai mancato di rispetto»

Lo storico attivista per i diritti delle persone Lgbt ospite del caffè letterario “Mario La Cava”: «Qualcosa è cambiato, ma ancora oggi non ho gli stessi diritti degli eterosessuali»

Bovalino riabbraccia Vanni Piccolo: «Qui nessuno mi ha mai mancato di rispetto»

Gli ultimi 50 anni di storia dei movimenti LGBTQ italiani visti dalla prospettiva di chi li ha tenacemente vissuti, prima con la lotta personale nell’epoca pre-movimentista e poi come vera e propria esperienza politica. A ricordarli nella sua Bovalino, ospite del caffè letterario “Mario La Cava”, è stato Vanni Piccolo, fra i soci fondatori del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, di cui è stato presidente negli anni ’80. Dopo una militanza di oltre quarant’anni per i diritti delle persone LGBT ha deciso di raccontare quegli anni attraverso i suoi occhi, per far sì che la memoria non si perdesse.

«Qui a Bovalino nessuno mi ha mai mancato di rispetto – ha detto Piccolo -. E’ stata la serata delle emozioni ma anche una scoperta, perché ho scoperto che il mio paese mi vuole bene, e quando te ne vai dal tuo paese, perché sei omosessuale e ritorni da militante del movimento trovando questa accoglienza, è una soddisfazione enorme. Il racconto del mio impegno della mia infanzia qui ha emozionato tutti. Una serata che, finchè vivrò, non dimenticherò mai. Se sia cambiato qualcosa? Abbiamo 50 anni di movimento alle spalle, se rispondessi che non è cambiato nulla sarebbe un fallimento, è cambiato tantissimo ma restano ancora delle cose assurde. Sono stato insegnante e politico, negli anni ’80 in prima linea contro l’Aids, ma ancora oggi al primo balordo che passa per strada è permesso di gridare “ricchione”, questo perché non ho gli stessi diritti degli eterosessuali. Per me è una ferita, per la nostra società una vergogna. Siamo ultimi in Europa a non avere il matrimonio egalitario, che proteggerebbe l’amore, gli amori e i figli delle coppie omossessuali».

Attivista per i diritti Lgbt è anche Paolo Patane, già presidente di Arcigay e fautore di una profonda riorganizzazione dell’associazione. «Vanni Piccolo è un figlio di questa terra che ha deciso di ritornare per raccontare la storia che si porta dietro – ha evidenziato -. Quello che è emerso oggi è una riflessione sulla libertà, sul coraggio di affrontarla, sul prezzo che spesso può costare e sul fatto che anche dalle comunità più piccole può partire un segno di sfida e una rivendicazione di diritti per tutti, un messaggio di cultura, coesione e giustizia».

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