Reggio, il San Giorgio d’oro come assunzione di responsabilità e simbolo di protagonismo positivo – FOTO

Un primo «mattoncino di comunità» lo ha definito il sindaco Giuseppe Falcomatà, che come ogni anno carica di significato uno degli appuntamenti più attesi dalla città, come il San Giorgio d’oro, affinché non rimanga una mera passerella. Un mattoncino che dovrà quindi essere il primo di una lunga serie che vedrà, oltre ad Ecolandia, il resto dei beni comuni cittadini, protagonisti degli appuntamenti più importanti e più significativi di Reggio Calabria.

La scelta della location d’altra parte non è casuale. Il Parco Ecolandia nelle ultime settimane è stato teatro di avvenimenti quantomeno sospetti, stratto come va tra vandalismi di varia natura e furti. La scelta di svolgere la consegna del San Giorgio d’oro, è quindi una risposta, l’ennesima, in continuità con quell’abbraccio che non più di dieci giorni fa la città ha inteso destinare ad uno dei più belli luoghi del cuore di Reggio.

Anche per questo il primo cittadino ha fatto ruotare attorno ad una semplice ma decisiva parola tutta la cerimonia: scegliere. «Possiamo scegliere se essere indifferenti a quello che ci accade intorno, a quello che accade nella nostra città o esserne protagonisti – ha detto Falcomatà -. Possiamo scegliere se piangerci addosso, commiserarci, o possiamo scegliere se subire quello che ci accade intorno, oppure essere cittadini attivi. La consapevolezza della scelta è il valore più importante che noi possiamo dare anche alla giornata di oggi. E allora che questo San Giorgio d’oro ci consenta di riflettere sull’importanza della scelta e cioè di scegliere di essere cittadini protagonisti del futuro della nostra città e quindi di scegliere di lasciare la nostra città migliore di come l’abbiamo trovata».

Il San Giorgio d’oro è la più alta benemerenza cittadina e in quanto tale richiama ad una assunzione di responsabilità. Ma il sindaco Falcomatà nel suo discorso introduttivo si è chiesto cosa significhi oggi per i reggini questo “premio”. «È sicuramente un riconoscimento a ciò che si è fatto a ciò che si è dato alla città. Ma per chi lo riceve deve essere anche un impegno e una responsabilità a fare di più e meglio di quanto è stato fatto finora».

Un riconoscimento che come tradizione vuole è consegnato anche alla memoria di chi è stato un concittadino illustre o magari non essendo reggino a tutti gli effetti, ha dato tanto alla crescita culturale e sociale della nostra città. «Ecco – ancora il sindaco – queste persone noi vorremmo che fossero, per tutti noi fonte di ispirazione».

Accanto a questo, naturalmente, l’idea che tutto è frutto di un percorso. «Dalle nostre parti si dice che nessuno nasce imparato. Significa cioè che chi ha ricevuto, chi riceve oggi, chi riceverà l’anno prossimo il San Giorgio d’oro evidentemente ha avuto un talento che non ha seppellito sotto terra. Ma ha fatto fruttare. Ha fatto sviluppare. E quindi si è donato e lo ha donato alla città. È importante che noi comprendiamo il significato di questo tema. È importante cioè che noi oggi nel celebrare la giornata dell’orgoglio reggino, della nostra millenaria storia facciamo testimonianza dell’essere reggini, ma soprattutto ricordiamo che questo deve essere un impegno quotidiano per rispondere positivamente alle sfide e ai cambiamenti che il mondo ci impone».

Per Falcomatà dev’essere un impegno quotidiano, «altrimenti tutto diventa effimero diventa impalpabile, diventa un esercizio di stile che non è utile a nessuno, e magari l’ennesima cornice in un quadro che viene appeso in casa piuttosto che al nostro studio. Non può e non deve essere questo. Il San Giorgio d’Oro».
Falcomatà ha sottolineato come la nostra città, spesso, invece di unirsi si divida, tra chi ha torto e ha ragione, fra “è colpa di Tizio” o “è colpa di Caio”, si divide rispetto a una cosa, se andava fatta o non andava fatta, o se andava fatta meglio; se erano altre le cose da fare piuttosto che quella che è stata fatta. «Noi non possiamo dividerci – ha tuonato il primo cittadino -. La domanda non è chi ha torto o ragione. La domanda non è di chi è colpa. La domanda non è fare o non fare una determinata cosa. La domanda è come sta la nostra città? la domanda è cosa possiamo fare noi per farla stare meglio? cosa possiamo darle in più rispetto a quanto già abbiamo dato o pensiamo di starle dando».

I premiati

Quindici in tutto, compresi due alla memoria, i riconoscimenti consegnati questa mattina ad Ecolandia: Gianfranco Bertone, Vincenzo Tramontana, Salvatore Artuso, Santo Quattrone, Francesco Principato, Giuseppe Alecci, Federica Calabrese, Vincenzo Amodeo, Giulia Pucci, Vincenzo Trapani Lombardo. E poi ancora al Movimento Scout reggino, alla scuola Heidi e All’Unione donne italiane (Udi).

Alla Memoria

Due i premi alla memoria, all’attore e comico reggino Giacomo Battaglia e al professore Enrico Costa, Emerito di Urbanistica all’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Due momenti molto emozionanti, soprattutto quando Angela, la sorella di Giacomo Battaglia, ha preso il microfono per i consueti ringraziamenti per avere accolto la proposta. «Tutte le volte che Giacomo viene ricordato dalla sua Reggio, per me è motivo di grande orgoglio. Il suo sorriso viene fuori proprio attraverso questo: riconoscimenti, come questo in particolare, così prestigioso ed importante. Giacomo viene ricordato sempre e io devo ringraziare davvero di cuore il nostro sindaco perché lui, insieme all’assessore alla cultura Filippo Quartuccio, ci ha permesso di continuare a tenere vivo sempre Giacomo, con una manifestazione bellissima che adesso è giunta al quarto anno – “Chi non ride è fuori moda” – con la quale continuiamo a portare il sorriso di Giacomo alla sua città. Voglio condividere questo riconoscimento con tutti i cittadini e con la sua Reggio che lui ha sempre amato».

Il San Giorgio d’oro alla memoria del professor Costa, consegnato dall’assessore Paolo Malara, è stato ritirato da Federico Curatola e Beniamino Cordova, rispettivamente presidente e vicepresidente del Centro studi Enrico Costa.

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