San Giorgio “accoglie” i turisti a Reggio: il Patrono sulla copertina della guida turistica del 1952
Sono trascorsi oltre 70 anni da quella pubblicazione dell’Azienda autonoma di Soggiorno e Turismo. Molto è cambiato ma la devozione al Cavaliere resiste. Ecco le celebrazioni in città
«Da alcuni anni a questa parte, il mondo turistico ha scoperto che in Italia esiste una bellezza nuova. È invece una bellezza antica che la provincia reggina offre allo sguardo attonito dei visitatori, con la risorta città di Reggio, con le due fragranti riviere dello Ionio e del Tirreno, col verde nevoso Aspromonte. La sempre eguale bellezza che affascinò la civiltà ellenica tanto da farle qui creare la sua più grande Patria, la Magna Grecia.
È una bellezza eternale su cui occhieggiano ancora impronte romane e vestigia bizantine, fra il lussureggiare dell’agrume e dell’olivo, della vite e del bosco, sotto i cieli più tersi, al cospetto del piò glauco mare. Averla ignorata fino a ieri e seguitare ad ignorarla ridonda ad imperdonabile torto di ogni amoroso viandante alla ricerca di bellezze genuine».
Un lessico raffinato e un’eleganza di stile d’altri tempi vergano la carta lucida della guida di “Reggio di Calabria Città del Sole e la sua provincia” che nel 1952 l’azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo consegnava a visitatori e “viandanti” che arrivavano in Città. Finalmente scoprivano Reggio Calabria, con il suo sfavillante e attrattivo Lido (oggi decaduto e degradato), la sua fiera Agrumaria da decenni chiusa, con la sola Voce di Calabria come quotidiano, con un aeroporto che si spingeva fino Milano e Catania, già collegate con il mondo.
In un mercato, tra le “cose antiche”, l’occhio fine e attento di un’Amica coglie l’unicità di questa carta lucida sulla quale risalta l’immagine di San Giorgio che infilza il drago. La coglie e la offre a noi per raccontarla. In tre pagine, la guida racchiudeva i riferimenti della vita vita di comunità, in una città che ancora oggi, come raccontano quelle foto di oltre 70 anni fa, gode della sua montagna, della sua riviera Tirrenica e di quella Ionica e delle sue ricchezze archeologiche, oggi non solo circoscritte alle ricchissime Reggio e Locri.
Sulla copertina che già valorizza l’area dello Stretto come tratto peculiare della città, spicca l’immagine del Santo patrono della città, San Giorgio nell’atto di sconfiggere il drago. Un’immagine che, nonostante si siano susseguiti decenni dal peso e dalle sembianze di intere epoche, ancora è saldamente legata alla città di Reggio. Le celebrazioni odierne lo dimostrano. Oggi, 23 aprile e giorno di San Giorgio, Reggio festeggia il suo patrono.
La città di San Giorgio e dell'”eterna Primavera”
San Giorgio sulla copertina e dentro un viaggio fotografico, che oggi racconta quanto è sopravvissuto al tempo e quanto è andato perduto. Una nostalgia accarezzata da descrizioni pregne di evocazioni e suggestioni della città che, per “clima mitissimo”, si meritava l’appellativo di “città dall’eterna primavera”. Una città che si pregiava di ospitare la sede dell’azienda autonoma di Soggiorno e Turismo, “la più bella ed elegante di Italia”, accanto al teatro comunale della Città.
«Di fronte all’Etna nevoso Reggio di Calabria offre in gennaio i suoi mandorli in fiore nel cielo più terso. Cosi come offre del maestoso vulcano, pur nei rari momenti invernali, gli aspetti più belli. La città risorta più bella ed armoniosa dalle rovine del 1908, si apre come un grande ventaglio dalle colline al mare. Essa si adagia sul suo davanzale marino ad ammirare il fantasioso miraggio della Fata Morgana. La lussureggiante bellezza del suo lungomare è unica al mondo per unanimità di giudizi».
L’Azienda autonoma di soggiorno e turismo è stata soppressa nel 1983 (lasciando il posto all’Azienda di promozione turistica) ma il culto di San Giorgio è ancora vivo. Dallo scorso anno è tornata la processione del Santo patrono sul corso Garibaldi del patrono.
Le odierne celebrazioni religiose e civili
Le celebrazioni religiose presso la chiesa di San Giorgio al Corso (Tempio della Vittoria), guidata da don Nuccio Cannizzaro, hanno luogo già da qualche giorno e culmineranno oggi, giorno di San Giorgio. Alle ore 9 la Santa messa e il rinnovo delle promesse gruppi scout. Alle 11 la Santa messa presieduta dal vicario Generale Pasqualino Catanese alla presenza delle autorità civili.
Sempre stamattina, alle10, alla presenza del sindaco Giuseppe Falcomatà, avrà luogo anche la consueta consegna del Sangiorgio d’oro, la più alta benemerenza cittadina conferita dal comune di Reggio Calabria, a coloro che per impegno sociale e professionale abbiano costituito un esempio per la comunità cittadina, contribuendo alla crescita economica sociale e culturale del territorio. Essa è stata istituita nel 1993 dal compianto sindaco della città Italo Falcomatà.
La consegna, quest’anno, avrà luogo al parco Ecolandia, nel quartiere periferico di Arghillà, dove nelle scorse settimane gli uffici amministrativi sono stati distrutti dalle fiamme, generando nella comunità un profondo senso di indignazione. Dunque una scelta anche simbolica di vicinanza ad una realtà impegnata a portare e praticare bellezza in una zona fortemente degradata.
Nel pomeriggio l’iniziativa culturale “San Giorgio, il drago, un libro e una rosa” animerà l’area Griso Laboccetta, animato dall’associazione Ulysses. Tutto culminerà alle 18 nella processione di San Giorgio lungo il corso Garibaldi e sulle vie adiacenti. Al rientro è in programma il concerto del Coro Lirico del teatro Francesco Cilea.
Una devozione millenaria
L’origine dell’antichissimo culto reggino di San Giorgio risale agli inizi dell’XI secolo ed è comprovato dalla cronaca di Goffredo Malaterra del secolo XII, “De Rebus gestiis Rogerii Calabriae et Siciliae comitis et Roberti Guiscardi ducis fratriseius”.
Venerato come megalomartire cristiano, egli è celebrato nel calendario gregoriano il 23 aprile, giorno della sua morte avvenuta nel 303. San Giorgio è infatti il patrono di Reggio Calabria, come di altre città in Italia. La sua protezione è invocata anche in diversi paesi europei come la Catalogna, il Portogallo, l’Inghilterra, la Germania, la Russia.
San Giorgio e la Giornata mondiale del Libro
Il legame tra San Giorgio e il drago è da ricondursi alla leggenda Aurea del XIII secolo. Ad essere rappresentativa e rappresentata è la lotta intrapresa per salvare la principessa nella città libica di Salem che vide vittorioso San Giorgio. Trionfante, dal sangue del drago avrebbe colto una rosa da donare alla giovane.
Nel Medioevo la lotta tra San Giorgio ed il drago assurge proprio a simbolo della lotta tra il bene e il male. La leggenda Aurea gli vale l’epiteto di grande trionfatore in Occidente nell’Oriente Bizantino, ispirando i vari ordini cavallereschi. La storia e anche la leggenda si intrecciano con la letteratura e le tradizioni religiose. Ne nasce l’universale allegoria della lettura e della cultura che salvano dall’ignoranza.
San Giorgio, nella sua iconografia più diffusa, è infatti ritratto nell’atto di infilzare il drago e dunque di sconfiggere l’ignoranza. L’Immagine per altro prediletta da storici e appassionati, ha destato anche l’ispirazione dell’Unesco (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura).
Nel 1996, il 23 aprile è stata proclamata come giornata mondiale del Libro e del Diritto di Autore. Un intreccio di storie è al centro di questa giornata. Il 23 aprile del 1616 si fermò la penna, ma non l’eco di versi e parole, di Miguel de Cervantes, William Shakespeare. Il 23 aprile del 1981, quella dello scrittore catalano Josep Pla. Una curiosa coincidenza che assurge a momento universale di promozione della lettura e del libro, quali viatici di progresso e conoscenza.
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