Caulonia, eremita “sfrattato” dal convento che deve essere restaurato: appello social per trovare una casa a Frèdèric
L’eremo di Sant’Ilarione sarà sottoposto a lavori di miglioramento sismico. L’archeologo Cuteri: «Vuole continuare a vivere in questi luoghi»
Da oltre 20 anni vive in una “Solitudine ospitale” (come recita il titolo di un suo libro) all’antico monastero di Sant’Ilarione di Caulonia, all’uscita dalle gole dell’Allaro, nella Locride. A breve grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza il vecchio convento sarà sottoposto ad interventi di miglioramento sismico, per un importo poco inferiore ai 5 milioni di euro. Così Padre Frederic Vermorel sarà costretto a lasciare senza più farci ritorno quel luogo a lui tanto caro, dove nel 2003 è stato consacrato eremita diocesano dall’allora vescovo di Locri Giancarlo Maria Bregantini.
A farsi portavoce delle sue esigenze in questi giorni è stato l’archeologo e ricercatore Francesco Cuteri, che sui social ha lanciato un appello diventato virale per trovare una nuova “casa” all’amico eremita. «Frederic – racconta – sente il bisogno di continuare a vivere in questi luoghi, nelle terre di quella che un tempo era chiamata Castelvetere e che oggi si chiama Caulonia. Il suo sogno, che condivido, sarebbe quello di trovare una casetta in campagna nella zona di San Nicola o di Calatrìa, in modo da attrezzarla per poterci vivere con decoro e continuare a praticare l’accoglienza».
Ma si accettano anche altre proposte “eremitiche”. «A dire il vero – prosegue Cuteri – servirebbe anche uno spazio dove mettere in deposito “temporaneo” le cose che si trovano nell’eremo e che dovranno essere necessariamente tolte per via dei lavori che si andranno a fare: letti, mobili, oggetti vari. Ho ancora negli occhi le festa che si fece all’eremo quando l’eremita prese i voti, tanti anni fa, e quella gioia porterò sempre nel cuore. Ed ho anche in mente le parole di monsignor Bregantini quando disse al commosso eremita: “Tu darai una mano alla Chiesa e la Chiesa ti terrà sempre per mano“».