martedì,Maggio 21 2024

Rosarno, Taranto e Padova il primo maggio insieme contro le guerre

La rete di associazioni e collettivi padovani che organizzano il “Primo Maggio contro le guerre”, il Comitato Liberi e Pensanti di Taranto e la Casa del Popolo di Rosarno, stanno lavorando a un film-documentario sulla vita di Peppe Valarioti

Rosarno, Taranto e Padova il primo maggio insieme contro le guerre

Lo scenario internazionale e nazionale in cui si colloca questo primo maggio è caratterizzato più che negli anni appena trascorsi dalle guerre. Guerre intese sia come conflitti armati – in Ucraina e a Gaza senza dimenticare le 50 guerre in corso attualmente nel pianeta – sia come attacco all’ambiente, ai diritti, ai movimenti delle persone, alle condizioni di vita e di lavoro, all’accesso all’acqua, a ciò che resta in Europa del welfare sociale, al diritto alla salute e all’accesso universale alle cure. L’aumento degli investimenti in tutti gli stati a favore dell’industria bellica, l’aggressivo ritorno al centro delle politiche energetiche del settore estrattivo e industriale fossile sono gli esempi più evidenti dell’attacco a qualsiasi concreta ipotesi di transizione ecologica. 

A questa guerra ai diritti, umani e sociali, vogliamo rispondere unendo le vertenze da sud a nord Italia, insieme in lotta, per la stessa difesa dell’ambiente, della terra e dello Stato sociale, e ovviamente della pace. Un ponte nel nome dei diritti – naturalmente contro quello dello Stretto di Messina –  che nei fatti già esiste e unisce le lotte dei cittadini di Padova, Taranto e Rosarno. Anzitutto questi due piccoli-medi centri del sud Italia hanno visto, entrambi, il grande fallimento della siderurgia. Quella che a Taranto causa morte e devastazione ambientale da anni, e nella Piana di Gioia Tauro era stata promessa e mai realizzata negli anni ’70. Nello specifico nella zona di Eranova, a forte vocazione agrumicola, come il resto del territorio, in un epoca in cui l’industria dell’acciaio era già in crisi e infatti tante e tanti calabresi emigravano già allora.

Gli agrumeti “pianoti” garantivano prosperità e benessere a tante famiglie contadine minacciate dalla ’ndrangheta che voleva impadronirsi di quella ricchezza e che intercettò gli ingenti finanziamenti del Pacchetto Colombo del piano industriale mai realizzato, in Calabria. Da metà anni ‘90 in quelle campagne arrivarono i braccianti in fuga dalle guerre coloniali in Africa e Medio Oriente, con la loro importante forza lavoro, ma trovarono sfruttamento, disagio abitativo, ghetti e caporalato. Nelle campagne di Rosarno così come in Puglia e nel nord Italia. Perché il grave sfruttamento e il caporalato uniscono l’Italia. Lo abbiamo visto a Padova e in Veneto nelle numerose inchieste ed arresti di datori di lavoro e reclutatori, nell’ambito dell’agroindustria certo, ma sempre più nella logistica e pure nel manifatturiero.    

Ma in Calabria, così come in Puglia, a Taranto e a Nardò e nei centri del nord-est, negli anni migliaia di cittadini e cittadine si sono mobilitate per fare fronte comune, senza distinzione tra italiani e lavoratori e lavoratrici migranti. Perché la guerra ai diritti globali non conosce etnia, provenienza e colore della pelle. Per questo vogliamo iniziare a costruire il ponte dei diritti, della pace e dell’ambiente, sentendoci tutte e tutti uniti, in contemporanea dal Primo maggio contro le guerre di Padova, all’Uno maggio Libero e Pensante di Taranto, fino al Primo maggio nella Piana di Gioia Tauro, organizzato dalla Casa del Popolo “Giuseppe Valarioti” di Rosarno.


Per questo la rete di associazioni e collettivi padovani che organizzano il “Primo Maggio contro le guerre”, il Comitato Liberi e Pensanti di Taranto e la Casa del Popolo di Rosarno – intitolata a Peppe Valarioti, consigliere comunale del Pci ucciso dalla ’ndrangheta l’11 giugno 1980, e la società Ugly Films s.r.l.s. che sta lavorando a un film-documentario sulla sua storia, lanciano l’appello contro la guerra ai diritti e l’industria delle armi, e perché sia un Primo maggio comune nel nome della pace, della giustizia sociale e climatica.  

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