domenica,Giugno 2 2024

«Nessun legame tra l’impedimento temporaneo di Femia e i rapporti con i dipendenti comunali»

L'avvocato Simona Barletta: «I delicatissimi problemi personali potrebbero portarlo anche fuori regione»

«Nessun legame tra l’impedimento temporaneo di Femia e i rapporti con i dipendenti comunali»

«Il sindaco Geppo Femia non ha mai dichiarato, né ha mai pensato, di voler abbandonare le sue funzioni di Sindaco del Comune di Marina di Gioiosa Ionica». Ad affermarlo in una nota è l’avvocato Simona Barletta, nell’interesse del primo cittadino gioiosano.  

«Egli a causa di delicatissimi problemi personali che nei prossimi giorni potrebbero portarlo anche fuori regione, nel corso dell’adunanza consiliare dell’8 maggio scorso, si è limitato, doverosamente, a dare pubblica comunicazione del suo impedimento temporaneo allo svolgimento delle funzioni di sindaco e, pertanto, dello svolgimento delle stesse, temporaneamente e fino al suo rientro, da parte del vicesindaco Tavernese» ha aggiunto il difensore.  

Per il legale «Nessun collegamento egli ha fatto, e vi è, tra tale oggettiva situazione di temporaneo impedimento ed i rapporti intercorrenti con alcuno dei dipendenti comunali di qualsiasi area o livello, né tanto meno con ipotetiche denunce che, peraltro, sarebbero risalenti a quasi sei mesi addietro».

«Femia, stante la sua preannunciata assenza dal Consiglio Comunale e la convocazione dello stesso per la discussione di una mozione di sfiducia che troverebbe la sua motivazione nello stato di salute di un singolo dipendente comunale, stato di salute riferito dagli stessi consiglieri d’opposizione firmatari della relativa richiesta, si è limitato a sottolineare che tale tema è del tutto estraneo alle attribuzioni consiliari e che il riferito (dai consiglieri d’opposizione) stato di salute del dipendente comunale potrebbe/dovrebbe essere oggetto di discussione consiliare – oltre che di doverosa comunicazione alle autorità competenti- solamente nell’ipotesi in cui lo stesso si possa tradurre o si sia già tradotto in un’inidoneità allo svolgimento dell’attività lavorativa» ha concluso l’avvocato Barletta.  

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