Reggina, l’editoriale: Aglietti è il colpo di Taibi, la virtù è la gestione di meriti e sconfitte

di Matteo Occhiuto – Massimo Taibi ha portato tanti cambiamenti, in questa estate, alla Reggina. Sono arrivati Ricci, Galabinov, Micai, Turati, Hetemaj e molti altri. Sono arrivati colpi importanti ma, forse, il più importante è arrivato prima di tutti loro. Sì, perché quest’estate il DS ha riportato in riva allo Stretto Alfredo Aglietti, regalando a lui le chiavi del nuovo corso tecnico amaranto.

19 punti in undici giornate, un quinto posto che, con maggior fortuna contro il Cittadella, avrebbe potuto essere anche qualcosa di più. Per dire, eh, il primo è sempre lì, a soli tre punti. Ma non sono né i numeri, né i risultati a testimoniare l’ottimo lavoro che sta facendo Aglietti. Su queste colonne l’abbiamo già elogiato otto giorni fa, dopo la bella vittoria contro il Parma. E torniamo a farlo oggi, all’indomani della bruciante – e immeritata – sconfitta contro il Cittadella. E non tanto per continuare a plaudire un allenatore che dei complimenti giornalistici probabilmente se ne fa poco, ma perché la sfida contro i veneti sembra aver fornito la certezza di quanto sia sano il gruppo Reggina in questo frangente. E si sa quanto sia importante un simile fattore nella costruzione di stagioni che portino a risultati sportivi importanti. 

Che Aglietti stia lavorando bene non lo testimonia solamente la prestazione, assolutamente da non cestinare, contro il Citta. O meglio, non solo. Lo testimoniano anche e sopratutto alcune delle parole spese in conferenza stampa. Al margine del primo ko interno stagionale, Aglietti non ha fatto che dare fiducia a quegli elementi non particolarmente brillanti contro i veneti. Su tutti, per citarne uno, quell’Alessandro Cortinovis schierato in posizione di centrocampista, che l’ex mister del Chievo non ha affatto bocciato, al netto di una prova non da incorniciare. “Proverò ancora Cortinovis a centrocampo – ha spiegato l’allenatore della Reggina. Spesso ci lamentiamo che non giochino i giovani, ma è sulle difficolta che loro possono crescere. Non ha giocato male, ha fatto chiaramente fatica, volevo che desse freschezza e qualità a centrocampo”. 

Equilibrio, sempre. È questo il diktat di un allenatore che sta dimostrando di avere una gran dote sia di gestione dei meriti, nei momenti di euforia post vittoria, sia di colpe, nei passaggi dell’analisi di una sconfitta. “Dobbiamo avere equilibrio sia nei momenti negativi che in quelli positivi, oggi abbiamo delle attenuanti, mettere da parte questo ko e pensare al derby”: una sinossi definitiva, che non può che infondere fiducia non solo al roster ma anche all’intero ambiente Reggina.

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