Ciclismo, lo “Squalo” Vincenzo Nibali si ritira

Il Giro di Lombardia 2022 sarà l’ultima gara per Vincenzo Nibali. Lo Squalo, vincitore di un Tour de France (2014), due Giri d’Italia (2013 e 2016) e una Vuelta (2010), lo aveva già annunciato lo scorso 11 maggio, quando il Giro d’Italia sbarcò nella sua Messina.

L’annuncio

«Questo sarà il mio ultimo Giro e a fine stagione si concluderà la mia carriera – aveva detto in quell’occasione -. Ho raccolto davvero tantissimo nella mia carriera, qui è iniziata la mia storia, con le prime corse in Sicilia, che poi ho lasciato a 15 anni. Ho dato tantissimo al ciclismo e forse è arrivato il momento di restituire quello che ho sottratto alla famiglia, agli amici, a tutto quello che ho sacrificato per le due ruote».

Le vittorie

Con il Giro di Lombardia quindi, Vincenzo Nibali chiuderà la sua straordinaria carriera. Il campionissimo siciliano, nato a Messina il 14 novembre del 1984, è uno dei sette ciclisti al mondo (in compagnia di Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Felice Gimondi, Bernard Hinault, Alberto Contador e Chris Froome) ad aver conquistato almeno un’edizione dei tre Grandi Giri: la Vuelta a España nel 2010, due volte la Corsa rosa (2013 e 2016) e il Tour de France 2014.

Nel suo palmarès anche due Lombardia (2015 e 2017), la Milano-Sanremo (2018), due titoli italiani nella prova in linea (2014 e 2015), due Tirreno-Adriatico (2012 e 2013) e sette podi complessivi nei tre Grandi Giri. In totale 54 successi in carriera, di cui 14 vittorie di tappa tra Giro (7), Vuelta (1) e Tour de France (6).

Saranno quindi gli ultimi 253 chilometri di una carriera presa a morsi, con i pensieri che sul Ghisallo volavano alla prima maglia rosa di Asolo, alla roja di Madrid e alle bianchissime Tre Cime di Lavaredo, e poi La Planche des Belles Filles, la passerella da re sugli Champs Elysees con il “compare” di scalate Michele Scarponi, il Colle dell’Agnello, la salita del Poggio, il Civiglio, dove Nibali si prese il suo primo Lombardia nel 2015. E qui chiude la sua incredibile storia sui pedali.

Gli esordi e la carriera

La prima volta che il nome di Nibali si affaccia al ciclismo che conta – dopo tanti successi tra juniores e dilettanti – è il 2004. Ai Mondiali di Verona ottiene il terzo posto nella prova a cronometro e il quinto in quella in linea. Nel 2005, l’esordio tra i professionisti con la Fassa Bortolo di Alessandro Petacchi. Nel 2006 entra a far parte della Liquigas e coglie un quinto posto alla 5a tappa della Parigi-Nizza e il suo primo successo tra i “pro” alla Settimana internazionale Coppi e Bartali con un attacco da lontano.

Il 27 agosto vince anche al Gp di Plouay, bruciando sul traguardo Flecha e Mori. Nel 2007 il suo primo Giro d’Italia, da gregario di Danilo Di Luca (vincitore della corsa). Nibali veste anche la maglia bianca (quella assegnata al miglior giovane) e chiude 19° in generale. L’ottimo esordio nella corsa rosa e l’11° posto dell’anno dopo – preceduto dalla vittoria nel Giro del Trentino – convincono la Liquigas a lanciare il siciliano al Tour, nel 2008. Nel 2009 torna in Francia ancora più deciso e in salita è sempre lì con i migliori (Alberto Contador, Lance Armstrong, i fratelli Schleck) conquistando il 7° posto nella classifica finale. 

Dopo essersi ripreso da una frattura alla clavicola, Nibali corre un super Giro 2010, indossando anche la prima maglia rosa della sua carriera, strappata con la vittoria nella tappa di Asolo ad Aleksandr Vinokurov. Chiude terzo al Giro, alle spalle del suo capitano Ivan Basso e dello spagnolo David Arroyo. Rinuncia al Tour e parte per la Spagna, dove il 19 settembre del 2010 sfoggia la maglia rossa sul podio di Madrid, tra gli iberici Ezequiel Mosquera e Joaquim Rodriguez, diventando il quinto italiano ad essersi aggiudicato la corsa spagnola dopo Angelo Conterno (1956), Felice Gimondi (1968), Giovanni Battaglin (1981) e Marco Giovannetti (1990).

Dopo il terzo posto al Giro del 2011 (vinto da Michele Scarponi in seguito alla squalifica di Contador), lo Squalo si ripete alla Grande Boucle del 2012, chiudendo alle spalle di Bradley Wiggins e Chris Froome.  Nel 2013 passa all’Astana e centra subito il suo secondo successo consecutivo alla Tirreno-Adriatico e il bis in Trentino. Al Giro vince la cronoscalata da Mori a Polsa e una tappa epica, sotto la neve, alle Tre Cime di Lavaredo. E Brescia lo incorona per la prima volta re della Corsa rosa. Sedici anni dopo Marco Pantani, un altro italiano conquista la Grand Boucle. Nibali domina la corsa dall’inizio alla fine, restando in Maglia Gialla per ben 19 tappe con quattro perle: le vittorie a Sheffield, La Planche des Belles Filles, Chamrousse e Hautacam.

In quell’anno diventa anche papà della piccola Emma Vittoria, avuta dalla moglie Rachele, con cui è sposato dal 2012. Nel 2015 vince il Giro di Lombardia. Nel 2016 il secondo trionfo in rosa, grazie all’impresa sul Colle dell’Agnello e alla stoccata vincente di Sant’Anna di Vinadio, dove strappa la maglia di leader al colombiano Esteban Chaves. Il suo più grande rimpianto è quello di non essere riuscito a vincere anche con la maglia azzurra. L’ultima vera chance ce l’ha nel 2016, ai Giochi olimpici di Rio, ma a 10 km dal traguardo, davanti insieme a Henao e Majka, in una delle curve più pericolose del circuito cade rovinosamente, procurandosi la frattura scomposta della clavicola. Successivamente ottiene altri due podi al Giro (3° nel 2017 e 2° nel 2019) e un 2° posto alla Vuelta (sempre nel 2017, quando si ripete anche al Lombardia). Nel 2018 la vittoria della Milano-Sanremo, grazie all’attacco sulla salita del Poggio a 7 km dal traguardo di Via Roma.

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