Confesso che in giornate come quelle di oggi è un po’ più difficile, ma io ho fiducia nell’argentino. Suda, lotta e si fa il mazzo, si vede che ci tiene. Forse non ha capito ancora bene in che campionato sia finito ma non facciamone un dramma. Qualcuno dice che sia un bidone, potrebbe solo avere bisogno di altro tempo, non sarebbe il primo argentino in Italia a toppare il primo anno.
Le giornate passano e i ragazzini crescono. Oggi la scena se l’è presa Simonetta, uno dei più giovani della “fu” cantera amaranto, all’esordio dal primo minuto: testa alta e un pizzico di spavalderia. Poco più che adolescente si allenava con la prima squadra quando sognavamo la serie A, teniamocelo stretto. L’altro golden boy Provazza (e passala una palla, benedizione) torna al gol, ancora al Granillo, tanta roba. Un appello alla famiglia: forza con pruppetti e pisci stoccu, facciamogli mettere qualche chilo. Il resto lo ha fatto Renelus: una volata come quella del 2-0, al Granillo non si vedeva da tempo.
Vinciamo di netto con una delle squadre peggiori viste quest’anno al Granillo. Il quarto posto sembra blindato ormai (e grazie a Locri e San Luca per avere fermato le nostre dirette inseguitrici) usiamo le partite che restano per compattarci e vincere questi stramaledetti play off, che magari non servono, ma magari si. Il Karma colpisce ancora, dopo Gravina, Guarascio (quello pettinato come un klingon di Star Trek che firmò il documento ad opponendum sull’iscrizione della Reggina al campionato). Il presidente del Cosenza è stato beccato con le mani nella marmellata in una bruttissima storia di rifiuti smaltiti nelle campagne di mezza Regione. In attesa che possa trovare il modo di provare la sua innocenza, gli hanno imposto l’obbligo di dimora, almeno si evita il tracollo dei suoi in campionato. Fossi nei panni dell’innominabile di Lamezia, visto l’andazzo delle ultime settimane, comincerei a guardarmi attorno preoccupato. (Barney p)