Serie D, Locri e San Luca si giocano tutto in 90 minuti

di Annamaria Implatini

San Luca e Locri: in o out? Sicuramente mancano due settimane al play out (12 maggio), gara unica per decidere chi rimarrà “in” serie D. L’ultima giornata della fase regolare del torneo vedrà in campo solo il San Luca, tra le due, impegnato a Canicattì. Il Locri osserva il riposo e la classifica, si lecca le ferite di una lotta alla conquista di un posto che gli avrebbe garantito il play out sul terreno di casa del Macrì e, come se non bastasse, può prendersela unicamente con sé stesso. Il San Luca, infatti, ha perso in casa domenica scorsa, spianando inutilmente la strada agli amaranto crollati ad Acireale all’80’.

Morale della trentasettesima giornata: ventinove punti per il San Luca e uno in meno per il Locri. Il play out si gioca tra le strade di Corrado Alvaro, il quale neanche a farlo apposta asseriva che “l’uomo è il prodotto dei suoi errori”. Una sfida fratricida tutta calabrese che si giocherà però senza tifosi, dopo le decisioni della Giustizia Sportiva.  

Alla fine di un’annata travagliata per entrambe, emerge quel filo sottile di criticità similare, le cui cause vanno ancora accertate, ricondotte e analizzate. Per il San Luca è una stagione sottotono, recuperata nello spirito dall’avvento di una coppia di professionisti che si rifà al binomio Mancini-Rigitano. Il finale di stagione è stato riservato alla riappropriazione della personalità di squadra.

Per il Locri è la prima annata in discesa dopo quattro anni di ambizioni e tetto dei record. Il cuore e la grinta di Panarello hanno risollevato il morale di una partenza tardiva e ad organico rivisitato. Entrambe le compagini, però, hanno peccato di continuità, con alti e bassi nel carattere volitivo inespresso o surclassato dal buon incipit dell’avversario. Il famoso piglio giusto spesso ha pesato notevolmente sul risultato.

Sono state poche le occasioni in cui si è potuto criticare il gioco, con l’impegno spesso oltre l’ostacolo, come il cuore. Scaltrezza, esperienza e quell’inguaribile sensazione di non abbassare la guardia sono uomini in più in un campionato come la D. Il girone I è portatore sano di atleti di serie superiore, freschi d’esperienza e di agonismo, capaci fare reparto e colmare vuoti.

Lo ha fatto il San Luca con Romero e Ficara, lo ha riproposto il Locri con Aquino e Larosa. Un bomber per parte, figure egregie tra i pali ma chi sfrutta i 90’ più recupero senza sentirsi pago ha ribaltato spesso i numeri del taccuino. Le locridee qualche volta si sono arrese, non hanno completato la fase di reazione.  Adesso la realtà tattica è fatta di ex e di giovani appena entrati in circolo ma pesano anche altri fattori come la responsabilità e il sostegno delle tifoserie. Ne riparleremo a breve.

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