sabato,Aprile 27 2024

Il fenomeno della “Lupa” dello Stretto, la nebbia che divide Calabria e Sicilia

Anche questa mattina si è verificato il fenomeno determinato dallo scorrimento di masse di aria calda. Ma scienza e tradizione si mescolano fino ad arrivare a Scilla e Cariddi

Il fenomeno della “Lupa” dello Stretto, la nebbia che divide Calabria e Sicilia

Anche questa mattina lo Stretto si è svegliato con il tradizionale fenomeno della lupa di mare.  «Intesa tradizionalmente dai pescatori come “La Lupa”, la nebbia – si legge in un articolo a firma di Enzo Caruso e pubblicato su www.mutualpass.it – è determinata dallo scorrimento di masse d’aria calda sulla superficie marina molto più fredda, la quale genera vapore acqueo che si satura e si condensa in strati di nubi bianche, alte tra 100 e 200 metri, che dal mare si spingono fino alla fascia costiera.

Nella maggior parte dei casi la nebbia insorge nelle ore notturne e al primo mattino, per poi cominciare a dissiparsi a partire dalla tarda mattinata, non appena il sole, con il riscaldamento dell’aria, rompe lo strato d’inversione termica che l’ha alimentata».

Perché si chiama “Lupa”?

«Fra le tesi più attendibili – riporta l’articolo di Caruso – c’è quella che vuole che il nome “lupa” derivi dal suono, simile a un ululato, emesso dalle imbarcazioni per segnalare la propria posizione in mare in caso di nebbia, mediante l’utilizzo di quella conchiglia marina chiamata localmente “brogna”; un suono di segnalazione ripreso dalle navi in epoca moderna.

Lo studio della Dott.ssa Grazia Musolino, storica dell’Arte, già Dirigente della Soprintendenza ai BB. CC. AA. e successivamente del Museo Regionale di Messina, ha dato un prezioso contributo all’interpretazione del mistero, partendo da una attenta disamina di un’opera esposta presso il Museo Regionale, riportata in “Archivio Storico Messinese”, n. 2, del 2016, pp. 235-236 (“Un’aggiunta al catalogo messinese di Nunzio Rossi”) e risalendo indietro nel tempo, fino a collegarlo al mito greco di Scilla e Cariddi».

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