Discarica di Melicuccà, sette associazioni si schierano contro la riapertura

Sette associazioni, dopo averlo annunciato, hanno tenuto la conferenza stampa – sui risultati dello studio del Cnr sulla discarica di Melicuccà – nelle stesse ore in cui la Città metropolitana ridimensionava gli effetti della Relazione. Centouno pagine difese da Cittadinanza Attiva, Agape, circolo Armino, Pro Salus, Città Mia e Alba, Terramala – i movimenti di Bagnara Calabra, Palmi, Seminara e Sant’Eufemia d’Aspromonte da tempo impegnati contro l’impianto non ancora avviato – e osteggiate dall’ente che ha definito «non esaustivo» lo studio.

«Il Cnr – ha detto Antonio Latella – è un ente autonomo e produce atti che sono il prodotto scientifico di una analisi». Mettono le mani avanti, gli ambientalisti sapendo che per la stessa mattinata la Città metropolitana aveva chiesto e ottenuto la convocazione di un tavolo alla Regione. «L’ente non può buttarla in caciara – prosegue Latella – demolendo uno studio che è stato commissionato proprio dalla Città metropolitana, che è arrivato allo stesso risultato che già il geologo incaricato dalla Regione aveva sottolineato qualche anno fa». Secondo i contenuti illustrati, sarebbero state certificate le interferenze che possono esserci tra la discarica e le falde acquifere del torrente Arena che rifornisce l’acquedotto Vina, che serve palmi, Seminara e Melicuccà. Denunciano un accanimento amministrativo, le associazioni, che hanno descritto anche le difficoltà incontrate per l’accesso all’atto. «Il delegato all’ambiente Salvatore Fuda – ha incalzato Pino ippolito – con le dichiarazioni rese circa lo studio del Cnr ha scritto una pagina nera della storia dell’ente. A maggior ragione oggi continuo a chiedermi quali interessi ci siano dietro un impianto che rende succubi sia i tecnici che i politici dell’ex Provincia».   

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