Nomi di peso emergono tra gli indagati dell’inchiesta “Basso profilo” della procura di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri contro la ‘ndrangheta. L’assessore regionale al Bilancio Francesco Talarico, segretario regionale dell’Udc, è ai domiciliari. Tra gli indagati invece c’è anche il segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa, da giorni coinvolto nelle trattative sui possibili «costruttori» a sostegno della maggioranza giallorossa.
Nel blitz – portato avanti da Dia, Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza – coinvolti amministratori locali, imprenditori e professionisti (tra cui il notaio di Catanzaro, Rocco Guglielmo). Tra i destinatari, i maggiori esponenti delle cosche Aracri, Arena e Grande Aracri, operanti nel Crotonese, oltre a imprenditori di spessore ed esponenti della pubblica amministrazione collusi con le organizzazioni criminali.
Lorenzo Cesa conferma di avere «ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017» e spiega: «Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla Procura competente». «Come sempre – assicura – ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese – annuncia – rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale, con effetto immediato».