domenica,Aprile 28 2024

Reggio, il tapis roulant fermo e deposito di rifiuti

Pessima l’immagine della bella città restituita ai turisti che da qualche giorno percorrono del strade del centro

Reggio, il tapis roulant fermo e deposito di rifiuti

Ci sono biglietti da visita particolari. Luoghi che doppiamente rappresentano immagine di degrado e disagio. La fotografia scattata ieri al tapis roulant di Reggio Calabria è una di quelle. Tranquillizziamo il lettore intanto: stamattina presto, sul posto era presente la ditta di raccolta rifiuti che ha fatto ordine ed ha ripulito. Fortunatamente lo scempio è stato cancellato. Almeno per il momento, perché gli operatori ci hanno raccontato che ogni mattina, quel tratto del tapis, ossia la parte che c’è tra via Tripepi e corso Garibaldi (con vista sulla chiesa di San Giorgio, nds) è uno di quelli presi di mira per abbandonare rifiuti solidi di ogni genere.

L’immagine ai turisti

Da giorni la città è percorsa ed attraversata da tanti turisti. È vero i pullman sostano a piazza Indipendenza per cui pochi impavidi, dopo aver visitato i Bronzi di Riace, si avventurano. Ma, ci chiediamo, quei volenterosi passeggiatori, oltre alle bronzate statue dei guerrieri e al mare azzurro, che immagini porteranno nel cuore? Lo chiediamo soprattutto a chi magari protesta perché il tapis roulant è chiuso e nottetempo vi deposita scarti e rifiuti.

Il tapis chiuso

Certo anche il tapis roulant chiuso è una vergogna per gli occhi, ma anche per le gambe di chi affronta la lunga salita sotto il sole, per gli anziani. Chiuso, chiuso, inesorabilmente chiuso. In barba al sistema ettometrico all’avanguardia. Il motivo della chiusura al pubblico ve lo abbiamo raccontato. Dopo mesi di stop, si è arrivati (burocraticamente) alla fase dell’affidamento della gara. E allora?  È sempre la politica che tiene in pugno anche la burocrazia, perché la movimentazione del tapis (come l’autorizzazione di un’altra serie di lavori) è legata al bilancio di previsione che deve indicare la copertura della spesa. Dalla firma poi ci vorranno 180 giorni per la conclusione dei lavori.

Gli incivili

E mentre attendiamo con ansia di poter fare su e giù, portati dal mobile (e nobile) tappeto rotolante, non aggiungiamo scempio allo scempio. Sono i reggini i primi a dover mostrare concretamente amore per la città. A rispettare le regole, a depositare i rifiuti nei luoghi opportuni e non in pieno centro. A pagare la Tari. I turisti avranno la loro bella immagine: bronzi, granita, lungomare. E la città dormirà sonni tranquilli. Forse.

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