Ricoperto di erba e detriti, il “guado” dell’Allaro tra degrado e rischio alluvioni

Era stato realizzato come percorso alternativo in attesa della ricostruzione del Ponte Allaro lungo la statale 106 a Caulonia Marina, crollato nella notte di Halloween nel 2015. A quasi due anni dalla definitiva riapertura del ponte quella lingua di asfalto nel mezzo dell’alveo del torrente appoggiata su una serie di tubi di acciaio è ancora lì ad arricchire il già vasto catalogo degli ecomostri calabresi, lasciata all’incuria e al degrado e avvolta dalla fitta vegetazione. L’opera, fortemente voluta dalla Prefettura di Reggio Calabria, costata circa 1 milione di euro e ultimata dopo 4 mesi di lavoro, venne inaugurata nel marzo 2019 con l’obiettivo di mitigare i disagi alla viabilità provinciale, e rappresentava una soluzione provvisoria per bypassare il cantiere del ponte sulla statale, riaperto nel dicembre 2020.

A pochi giorni dall’alluvione che ha messo in ginocchio le Marche il pensiero di molti corre a quanto accaduto sette anni fa, quando la piena del fiume, oltre ad inclinare i piloni del viadotto, devastò tutte le colture di quella zona. Con l’avvio della stagione delle piogge una potenziale bomba d’acqua l’opera, che ancora non è stata demolita così come era nei programmi, costituirebbe un grave pericolo per l’abitato cauloniese. Adesso l’obiettivo è limitare le conseguenze del rischio idrogeologico e possibili esondazioni in occasione di eccezionali eventi atmosferici. Tuttavia gli allarmi lanciati sui social dai cittadini, che denunciano condizioni di scarsa manutenzione, per ora sono caduti nel vuoto.

Condividi
Impostazioni privacy
Privacy e termini di Google