venerdì,Aprile 26 2024

Rigassificatore a Gioia Tauro, i movimenti locali: «Conviene solo ai fornitori»

L’analisi del Coordinamento per la difesa del territorio. Che promette battaglia: «Piana trasformata in un'area di servizio per altri»

Rigassificatore a Gioia Tauro, i movimenti locali: «Conviene solo ai fornitori»

«La scusa della guerra di Putin»

Oggi – è il ragionamento del Coordinamento – il prezzo del gas è deciso ad Amsterdam in un mercato “libero” dove le regole non contano, dove il prezzo schizza in pochissimo tempo da 20€/MWh a 340€, dove i fornitori come Eni fanno il 600% di profitti in più in un anno, «dove lo stesso Ministero dell’Economia italiano pur avendo una partecipazione in Eni S.p.a. non conosce fino in fondo gli accordi stipulati, dove una società come Sorgenia, socia con Iren del progetto sul rigassificatore di Gioia Tauro-San Ferdinando-Rosarno, è stata salvata dal fallimento, con un debito record di 1,8 miliardi, dalle stesse banche che ne erano debitrici. La scusa della guerra di Putin e la necessità di rifornirsi al più presto da altri Paesi sembrano cozzare quando, sulla materia prima, gli extraprofitti sono così consistenti. Ma soprattutto anziché puntare ad essere indipendenti energeticamente, l’Italia e la Calabria farebbero da stoccaggio e transito verso altre nazioni europee, accollandosi così tutto il peso ambientale e gli elevati rischi di incidenti».

Il Coordinamento, poi, fa una stima del tasso di inquinamento prodotto per estrarre il gas che, per la sua combustione, per il trasporto, fortemente climalterante ad effetto serra, è 86 volte più inquinante di una tonnellata di CO2. «Ma l’ex Ministro Cingolani, oggi consulente del “nuovo” governo, ha pronta la ricetta per sostituire il gas russo con il GNL gas naturale liquefatto, importato dagli Stati Uniti, dal Medioriente e dall’Africa; e allora spuntano le navi gasiere galleggianti, ma nessuno spiega che comprimere il gas 600 volte a – 161°C può, in caso di fuoriuscite, avere effetti disastrosi assicurati, o che a Piombino l’area marina attorno al rigassificatore a pochi chilometri dalla costa è interdetta alla navigazione, o che ogni nave per trasportarlo in Europa brucia mezzo milione di tonnellate di gasolio in un solo anno, o che i pozzi di estrazione, costruiti facendo esplodere i terreni e le rocce, hanno bisogno di acqua ad alta pressione, sabbia e additivi chimici, per i quali bisogna movimentare tanti mezzi a loro volta inquinanti».

Articoli correlati

top