giovedì,Maggio 2 2024

Saline Joniche, la controversa vicenda “Liquichimica” nel libro di Cantarella

Un volume che, attraverso ampia documentazione, cerca di ristabilire la verità sul caso del polo industriale mai decollato

Saline Joniche, la controversa vicenda “Liquichimica” nel libro di Cantarella

Il Dipartimento di giurisprudenza economia e scienze umane, Cattedra di economia italiana e del mezzogiorno ha ospitato il seminario formativo su “Cattedrali nel deserto: la Liquichimica di Saline Joniche”, un lavoro scritto da Giuseppe Cantarella, docente di geografia e giornalista, con all’attivo una serie di pubblicazioni.

Il libro

Uno spaccato che parte dal racconto visivo, a pochi chilometri da Reggio, nella bellezza del mar Jonio, della ciminiera con la “L” di Liquichimica. Il resto come scrive l’autore è «un ammasso di metallo arrugginito e di cemento degradato che mostra i segni del tempo».

«Il libro è un modo per cercare chiarezza rispetto alle voce di “stornellatori” – afferma Cantarella – da 50 anni, dalla Rivolta di Reggio, ci sono persone che raccontano solo le loro verità, quelle che fanno comodo. Invece le cose sono andate diversamente. Il libro è frutto del mio lavoro di ricerca storica, dei documenti che spiegano come sono andati i fatti».

Le bioproteine

Una vicenda storica di difficile sintesi tanto è intricata. «La questione è complessa e investe la rivolta di Reggio, il progetto del colpo di Stato, la strategia delle tensione. Al lettore possiamo dire semplicemente che si tratta di una della vicende tutte italiane di sperpero di denaro per l’idea di portare avanti l’industrializzazione delle regioni del Sud, per attenuare il divario con il resto del Paese, con la costruzione di questi grandi stabilimenti.

In realtà il caso di Saline Joniche è uno dei più bizzarri: le bioproteine che dovevano essere costruite, erano derivate dal petrolio, già solo questo significativo della pericolosità per la salute. Nonostante questo l’autorizzazione a costruire lo stabilimento è arrivata. Quando l’Istituto superiore della sanità ha certificato che le bioproteine erano cancerogene il castello è crollato».

La documentazione

«Tutto si basa sulla documentazione abbondante, poiché dato l’argomento e le tante imprecisioni, essi rappresentano fonte certa. Insieme ad essi anche la rassegna stampa, non solo locale ma anche nazionale che si è occupata delle vicende» chiede Cantarella.

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