martedì,Aprile 30 2024

Peste suina, associazioni venatorie: «Dalla Regione approccio oltremodo burocratico»

Per Federcaccia, Anlc, Enalcaccia, Arciacaccia, Anuu, Italcaccia, Eps l'ordinanza regionale avrà gravi ricadute sul tessuto socio economico del territorio

Peste suina, associazioni venatorie: «Dalla Regione approccio oltremodo burocratico»

Le sette associazioni venatorie sono intervenute nuovamente in un comunicato, in merito all’ordinanza regionale sulla peste suina. All’indomani dell’ordinanza n. 1 del 19/05/2023 del Commissario Occhiuto, le associazioni venatorie regionali riconosciute (Federcaccia, Anlc, Enalcaccia, Arciacaccia,
Anuu, Italcaccia, Eps
), intervengono nuovamente sulla questione Psa rilevando un approccio oltremodo burocratico da parte della Regione.
L’ordinanza, evidenziano le associazioni, tende quasi esclusivamente al divieto tout court di attività
potenzialmente impattanti, piuttosto che ad una rapida e concreta risoluzione del problema e ciò,
evidentemente, con gravi ricadute sul tessuto socio economico del nostro territorio.

«Ci saremmo aspettati un documento di gestione della crisi aderente ai canoni dell’ordinanza
nazionale
(n. 2 del 20 Aprile 2023), emanata dal Commissario Straordinario Caputo che, con
lungimiranza, affronta l’emergenza in un’ottica di sinergia con gli stakeholders, data l’enorme
mole e complessità degli interventi che dovranno essere realizzati per arginare l’emergenza»
dichiarano all’unisono i rappresentanti delle associazioni venatorie.

«Urge rapidità. Gli interventi da mettere in campo richiedono l’impiego di un elevato “capitale
umano” ed i cacciatori possono fare la differenza: 1°) nella ricerca delle carcasse, 2°) nell’affiancare
le Istituzioni sanitarie preposte alla gestione dell’emergenza, nonché 3°) nelle delicate attività di
depopolamento dei cinghiali. Non si comprende la forte discrasia con l’ordinanza nazionale citata e
si invita il Commissario ad acta Occhiuto a rivedere la posizione circa il totale divieto all’attività
venatoria nei 26 comuni, peraltro in periodo di caccia chiusa, mancando oltre tre mesi all’apertura.
Si sottolinea che questa decisione va in direzione opposta ai contenuti dell’ordinanza del
Commissario nazionale che, in zona rossa (zona infetta e zona di restrizione parte II) consente le
altre forme di caccia non collettiva alle specie diverse dal cinghiale.
Si ribadisce la necessità di un confronto urgente tra Istituzioni Regionali, Commissario
Straordinario ed Associazioni di categoria
poiché è indispensabile costruire le condizioni migliori
per “fare rete”, ognuno per la propria parte. Urge altresì la convocazione di un’assemblea dove
delineare le azioni concrete da attuare sul campo al fine di scongiurare l’aggravamento
dell’emergenza, ribandendo sin d’ora la pronta disponibilità del mondo venatorio a dare il proprio
contributo costruttivo in termini di competenza, uomini e mezzi. Si evidenzia che, ciò che più conta
in questo momento, è la salvaguardia del comparto economico agro-alimentare e suinicolo
, a difesa
delle aziende di un territorio già fortemente in crisi».

«Chiediamo dunque sinergia ed azioni urgenti e concrete, invitiamo inoltre il Commissario
Occhiuto, l’Assessore Gallo ed i suoi dirigenti a guardare con attenzione l’esperienza piemontese e
ligure dove, a causa di un primo approccio eccessivamente burocratico, si è perso tempo
preziosissimo per arginare il virus con gravi ripercussioni sul territorio, la Calabria può e deve
fare tesoro di quelle esperienze per diventare un modello da imitare
. Solo con il contributo di tutti
gli attori si può vincere questa battaglia» concludono i rappresentanti regionali.

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