Arrestato Luigi Incarnato, ecco le accuse a suo carico
Il commissario Sorical è stato posto agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta "Rinascita-Scott"
Corruzione elettorale. È questa l’accusa mossa nei confronti di Luigi Incarnato, il commissario Sorical finito agli arresti domiciliari nell’inchiesta “Rinascita-Scott”.
Secondo l’accusa, Incarnato, candidato del Partito democratico alle elezioni politiche italiane del 4 marzo scorso, nel collegio uninominale della Camera dei Deputati per l’area di Castrovillari, al fine di ottenere, a proprio vantaggio, il voto elettorale, avrebbe offerto a Pietro Giamborino e Pino Cuomo (che accettavano l’accordo) la propria disponibilità a favorire gli interessi economico-imprenditoriali di questi uomini, in quanto interessati alla realizzazione, nel Comune di Paola, di un centro di accoglienza straordinario per migranti richiedenti asilo, presentandoli al sindaco di Paola, Roberto Perrotta, e propiziando un incontro (al quale prese parte anche lo stesso Incarnato) per la illustrazione a Perrotta dell’iniziativa imprenditoriale di Cuomo.
Questo l’episodio che è costato ad Incarnato l’arresto in regime di detenzione domiciliare.
I pubblici ministeri contestano a Giamborino l’aggravante mafiosa, per aver agevolato e rafforzato il sodalizio ‘ndranghetistico da riconoscere nella locale di Piscopio.
Come si ricorderà, solo qualche giorno addietro lacnews24.it aveva dato notizia della richiesta d’arresto, da parte della Procura della Repubblica di Reggio Calabria nei confronti di Incarnato. Una richiesta respinta dal gip e sulla quale la Procura si è riservata di presentare appello. In quella circostanza, il commissario Sorical si era detto assolutamente tranquillo e fiducioso che la vicenda si potesse chiudere senza strascichi ulteriori. Ora, però, questa nuova pesantissima tegola che arriva dalla Dda di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri.