domenica,Maggio 12 2024

Arghillà, poliziotti penitenziari aggrediti e minacciati

La condanna del sindacato autonomo di Polizia, attraverso i portavoce Viglianti e Barbera: «Diciamo basta a queste situazioni»

Arghillà, poliziotti penitenziari aggrediti e minacciati

È stata un’aggressione vile ed ignobile quella posta in essere, all’interno del penitenziario calabrese nella mattinata di ieri, da un giovanissimo detenuto di origini campane. Lo stesso, durante il colloquio effettuato in modalità di video chiamata con la madre, violava le condizioni di utilizzo del servizio così come autorizzato. Intervenuta l’Agente di turno per rilevare l’infrazione, il detenuto reagiva da subito in maniera scontrosa ed arrogante, con gravi offese verbali, oltremodo sessiste, inveite tanto nei confronti delle poliziotte presenti che successivamente verso il collega intervenuto in supporto.

Il detenuto, sempre più agitato, usciva dalla sala predisposta ai video-colloqui e inveiva pesantemente contro il personale di Polizia Penitenziaria presente, minacciandolo più volte di morte. Giunta sul posto la Sorveglianza Generale, allertata dai predetti poliziotti, si cercava di riportare alla calma il ristretto che, ancora una volta, dimostrava la propria insofferenza alle regole e soprattutto l’assoluta mancanza di rispetto nei confronti delle persone e dell’istituzione; il malvivente infatti aggrediva violentemente le tre unità intervenute con calci e pugni, strappando la tuta di servizio ad uno di loro e provocando varie lesioni a collo, mani ed inguine.

Il detenuto, descritto come particolarmente facinoroso e già conosciuto come una “testa calda”, fu individuato tra i fautori della rivolta di Poggioreale e fu trasferito dapprima a Palmi ed ora a Reggio Calabria. Nonostante la violenza e la prepotenza dell’aggressione e la violazione posta in essere, al detenuto è stato comunque permesso di terminare il colloquio. «Il SiNAPPe – dicono i portavoce Fabio Viglianti e Luigi Barbera, Segretari di questa Organizzazione Sindacale – si fa portavoce del malessere dei poliziotti ivi in servizio e dice basta a questa situazione».

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