sabato,Maggio 11 2024

Sequestro Ponte Pilati a Melito, Crea: «Forte degrado visibile a chiunque guardasse dall’alveo del torrente»

Il referente di Ancadic: «Un’indagine visiva avrebbe dovuto suggerire gli interventi immediati a prescindere dalle prove di carico che comunque andavano fatte»

Sequestro Ponte Pilati a Melito, Crea: «Forte degrado visibile a chiunque guardasse dall’alveo del torrente»

«Sulla pericolosità ponte stradale Pilati, ben vengano le prove di carico, ma le indagini visive avrebbero dovuto suggerire immediati interventi». Ad intervenire è Vincenzo Crea, Vincenzo Crea, referente unico dell’Ancadic e responsabile del comitato spontaneo “Torrente Oliveto” dopo il sequestro della struttura avvenuto lo scorso 17 aprile, ricorda la segnalazione del 18 ottobre 2018 con la quale si chiedeva  «un urgente accertamento tecnico per certificare lo stato di pericolo per la circolazione veicolare e pedonale rappresentato dalle condizioni di forte degrado del ponte stradale di Pilati ex ANAS Ss 106 attraversamento sul torrente “Tuccio” e la immediata chiusura al transito fino alla messa in sicurezza. Il tutto a salvaguardia della circolazione stradale e della pubblica e privata incolumità».

Era stata poi l’Amministrazione comunale di Melito Porto Salvo a seguito del tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria a certificare la pericolosità segnalata ed a chiudere al transito veicolare e pedonale la viabilità sul ponte stradale in parola in attesa dell’esito delle verifiche tecniche da eseguire. Dopo che le prove di carico sul ponte Pilati avevano fornito buona risposta e durante la prova di carico il ponte non aveva mostrato alcun segno di cedimento il sindaco con ordinanza aveva disposto la riapertura del ponte consentendo il transito dei veicoli e dei pedoni.

Come chiarisce Crea «Fa pensare che siano stati effettuati prove di carico sul ponte che hanno portato alla riapertura della viabilità come indicato nella sopra citata ordinanza sindacale e oggi apprendiamo dalle dichiarazioni rilasciate alla stampa dagli inquirenti che gli accertamenti “sono stati fatti in particolare nella parte superiore del ponte e non nella parte sottostante”. Orbene visto che  l’intero impalcato presentava una evidente condizione di forte degrado generale visibile a chiunque guardasse dall’alveo del torrente verso l’alto riteniamo  pur essendo persone non dotate di apposita competenza tecnica in materia  che non esistono prove da eseguirsi nella parte sottostante del ponte, ma un’indagine visiva che avrebbe dovuto suggerire gli interventi immediati da eseguirsi a prescindere dalle prove di carico che comunque andavano sempre fatte anche in considerazione che ben venga qualsiasi accertamento che dia maggiore garanzia e sicurezza sull’opera oggetto di indagine.

Il ponte stradale era attraversato ogni giorno da numerosi mezzi leggeri e pesanti, veicoli con famiglie e merci a bordo e dallo scuolabus, i quali oggi a seguito del doveroso provvedimento di sequestro si debbono obbligatoriamente avvalere della adiacente Ss 106 utilizzando il pericoloso bivio di Pilati di cui questa associazione ne ha più volte richiesto la messa in sicurezza».

Crea ribadisce, in chiusura che considerate le condizioni del ponte centenario servirebbe «procedere alla demolizione e alla ricostruzione dell’opera e non al ripristino manutentivo anche perché le norme sismiche sono cambiate da illo tempore e la spesa sarebbe notevolmente aumentata. L’intervento risolutivo dovrebbe avvenire con procedura commissariale progettazione, appalto ed esecuzione, in sintesi come quella adottata per la realizzazione del ponte Morandi di Genova».

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